“Dove si trova Porta Arringo?”: ve lo dice il Rione

in Cultura 29/07/2019 13:25

La Festa del Sole è finita, ma i rioni continuano ad essere in attività. Il rione vincitore, Porta Arringo, dopo la vittoria, invia a RietiLife una nota per ripercorrere la storia del rione e rispondere, una volta per tutte, alla domanda che in tanti si sono fatti: “Dove si trova Porta Arringo?”.

PORTA ARRINGO: DOVE SI TROVA?

In seguito alla recente vittoria della Festa del Sole e del 51esimo Palio della Tinozza, l’associazione “Porta Arringo” vuole fare chiarezza in merito alla domanda che tutta la città (o quasi) si pone: dove si trova Porta Arringo?

La porta era alta circa 8 metri e fu demolita nel 1883; si trovava all’inizio dell’attuale via Cavatella, in quanto la stessa in antichità era attraversata dal fiume (o fosso) della Cavatella. L’unica testimonianza ancora in essere è la paratia mobile che si trova all’imbocco della Fornace.

Tornando a tempi più recenti, il rione Porta Arringo viene ri-fondato nel 2012, dopo uno stop lungo più di 20 anni; partecipò al Palio della Tinozza negli anni 80 sotto la guida della comitiva del Bar Gallo d’Oro (che contiene nel nome il simbolo del rione, il gallo), vincendo il gonfalone nel 1981 e 1984, ai quali ne seguiranno altri 3 negli ultimi 7 anni (2013, 2015, 2019).

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Quando prese vita la splendida idea del Palio sul fiume Velino, nel 1969, Renato Buccioni (presidente del Comitato Cittadino Festa del Sole) e Cesare Verani valorizzarono il concetto di “rione”, attribuendo convenzionalmente ad ogni zona o quartiere un territorio relativo appunto al rione stesso.

Il direttivo dell’associazione Porta Arringo vuole ringraziare tutti i componenti di questo “nuovo” gruppo, senza il quale non si sarebbero raggiunti risultati così importanti, visto quello che rappresenta per tutti il Palio della Tinozza da oltre 50 anni nella città di Rieti.

Il rione Porta Arringo intende collaborare anche con le altre realtà e manifestazioni cittadine, aprendo le porte a chiunque volesse collaborare e confrontarsi con “issi dde u gallu”.