Sulla ricorrenza dedicata alla morte di Paolo Borsellino, si è scatenata una forte polemica. La scintilla? Le parole dell’Anpi (leggi).
“Oggi 19 luglio, nella giornata dedicata al tremendo sacrificio di Paolo Borsellino, martire della lotta alla mafia, leggo un comunicato della locale sede dell’Anpi che ricordando doverosamente la figura immensa del magistrato, lo definisce ‘partigiano del nuovo millennio’. Credo che i nipotini di Stalin abbiano preso una sonora toppa” scrive Chicco Costini, militante di Destra, a capo di Area Rieti e Movimento Sovranista.
“Paolo Borsellino in gioventù fu dirigente nazionale del Fuan, organizzazione universitaria dei giovani missini, mai rinnegò la sua appartenenza ad un mondo, pur non confondendo il suo ruolo istituzionale con il suo credo politico (come purtroppo troppo spesso succede oggi); una delle sue ultime uscite pubbliche fu alla festa nazionale del Fronte della Gioventù (organizzazione giovanile del MSI) a Siracusa accompagnato dal suo carissimo amico nonché esponente di primo piano della destra siciliana Pippo Tricoli, e salutò i giovani militanti della destra italiana dicendo ‘Potrei anche morire da un momento all’altro, ma morirò sereno pensando che resteranno giovani come voi a difendere le idee in cui credono: ecco, in quel caso non sarò morto invano’. Ora che l’organizzazione degli eredi di quegli stessi partigiani fautori del ritorno dei mafiosi in Sicilia, mafiosi che erano stati cacciati dal prefetto Mori durante il ventennio, tenti di appropriarsi di Paolo Borsellino mi lascia basito. Paolo Borsellino fu proposto dal MSI come presidente della Repubblica poco prima di essere massacrato, il sistema gli preferì Scalfaro: questo fa la differenza. L’ANPI si inchini davanti ad un vero eroe italiano invece di tentare di riscrivere la storia a suo uso e consumo, come è adusa fare” conclude Costini.
Foto: RietiLife ©