Movimento Nazionale per la Sovranità, con una nota di Chicco Costini, risponde alla Lega su alcuni temi espositi nei giorni scorsi”.
“Dalla nomina del nuovo commissario provinciale della Lega a Rieti, Paolo Mattei, osserviamo il susseguirsi di comunicati ‘vagamente’ polemici nei confronti dell’amministrazione comunale del capoluogo. Se da una parte è sicuramente notizia positiva che il partito di Salvini si strutturi e si radichi sul territorio, ed ancora più positivo che lo faccio con uomo di grande esperienza politica ed amministrativa come l’ex sindaco di Collevecchio ed ex presidente del circolo di Alleanza Nazionale, già commissario provinciale dell’UGL, dall’altra lasciano un po’ perplessi i modi. Antonio Cicchetti ha riportato il centrodestra al governo della nostra città, compiendo nella realtà un mezzo miracolo, gettando ancora una volta il cuore oltre l’ostacolo, con un sacrificio personale per il quale credo che tutti, tranne i “sinistri”, lo debbano innanzitutto ringraziare. Soprattutto perché tutti dovrebbero avere la consapevolezza che solo l’autorevole, carismatica e capace figura di Antonio poteva rimettere insieme i cocci dei personalismi, egoismi e presunzioni individuali che da sempre caratterizzano un’area politica, maggioritaria in termini di consenso ma devastata elettoralmente da conflitti atavici. Forse a Paolo Mattei i consiglieri reatini, soprattutto quelli di “lungo corso”, dovrebbero raccontare le difficoltà ad organizzare finanche l’opposizione negli anni passati, nonostante la manifesta incapacità dell’ex sindaco Petrangeli, capace in 5 anni di dare concreta dimostrazione della propria inettitudine amministrativa, arroganza politica e distanza dal territorio, eppure in grado di arrivare ad un passo dalla rielezione in virtù del circuito di potere che aveva creato. In un giudizio sul presente, si deve innanzitutto partire dall’analisi del punto di partenza, onde evitare di avere una visione distorta delle cose. Che la macchina comunale fosse ridotta ai minimi termini era fatto risaputo, soprattutto da chi, come il leghista Andrea Sebastiani, aveva condotto 5 anni di opposizione, come lo era la situazione dei dirigenti, il disastro finanziario, la velleità di una progettazione che nulla di concreto ed utile lasciava a chi si sarebbe insediato a palazzo di città, se non debiti ed utopie. Che i primi anni di amministrazione si sarebbero dovuto caratterizzare principalmente in termini di riorganizzazione e razionalizzazione di un apparato amministrativo, in cui per 5 anni era valsa più la tessera di partito o di sindacato rispetto alle capacità ed alla funzionalità, era pertanto cosa nota. Come altrettanto chiaro era che fare una scelta di totale rinnovamento degli assessori, avrebbe comportato un prezzo in termini di concretezza, dovendo pagare il necessario prezzo dell’esperienza, subordinata all’ansia di rinnovamento. Fatti che non possono sfuggire ad una persona di grande esperienza politica ed amministrativa come il nuovo commissario leghista. Oggi, più che attacchi mediatici, alla città, alla coalizione (ulteriore elemento di criticità considerato che la maggioranza dei consiglieri è stata eletta in liste civiche, prive di una guida centrale chiara) è necessario che i partiti organizzati contribuiscano attraverso idee e proposte, costruzione di collegamenti istituzionali, creazioni di opportunità. Dal primo partito della città e della Regione ci si attende ad esempio un’azione forte ed incisiva nei confronti di una Regione Lazio sempre più matrigna verso la nostra terra, con uno stimolo ai consiglieri regionali di opposizione praticamente nulli in questi anni. Dal primo partito della città ci si aspettano proposte concrete nei confronti dei grandi nodi irrisolti della nostra comunità, primo ad esempio quello del destino delle aree ex industriali, della riconquista del ruolo di città capoluogo nei confronti di una provincia sempre più aggredita da spinte centrifughe, del futuro del Terminillo. Ci sono insomma molte tematiche alte ed importanti su cui discutere, magari anche litigare, ma sicuramente più incisive del problema delle commissioni consiliari, tematiche sicuramente più utili alla città che inseguire un grillismo di maniera un po’ stantio. Vogliamo augurarci che quanto sta avvenendo sia solo dovuto alla volontà di “registrare” l’azione di un partito ricco di consensi ma giovane di radicamento, perché Rieti, la nostra comunità, in questo momento ha bisogno di idee e concretezza, non di scontri personali o di soddisfare ambizioni individuali. Tra tre anni si tornerà a votare e non è detto che ci sarà ancora Antonio Cicchetti ha risolvere i problemi”.
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