Il consiglio di amministrazione dell’Università La Sapienza di Roma, ha approvato la nuova convenzione con la Sabina Universitas ad un canone annuo di 40 mila euro per ciascun corso attivato. Rinviata, invece, per ulteriori accertamenti la definizione dell’abbattimento del debito che il Consorzio reatino deve all’ateneo romano.
DEBITO – La decisione del consiglio di amministrazione della Sapienza, molto attesa a Rieti, è arrivata dopo l’incontro di giovedì scorso a Roma tra il rettore Eugenio Gaudio, il presidente della Fondazione Varrone Antonio D’Onofrio e il vescovo di Rieti Domenico Pompili. L’abbattimento del costo dei corsi della Sapienza era una delle condizioni essenziali per il riequilibrio dei costi di funzionamento del consorzio reatino. Resta invece ancora in sospeso analoga trattativa con l’Università della Tuscia di Viterbo.
FRATELLI D’ITALIA E DIREZIONE ITALIA – Dopo la notizia, ecco la reazione politica di Fratelli d’Italia: “Il delicato tema dell’Università a Rieti merita, a nostro avviso, una riflessione di più ampio respiro che si fondi su un approccio di prospettiva e strategico, non di retroguardia, e che vada ben oltre le pur importanti logiche contabili. I nostri movimenti, così come l’intero centrodestra che guida il Comune di Rieti e, finalmente, anche la Provincia di Rieti, considera l’Università imprescindibile non solo per il presente ma soprattutto per il futuro dell’intero territorio che guarda oltre le mura cittadine” dicono i coordinatori cittadini di Fratelli d’Italia e Direzione Italia, Matteo Carrozzoni e Stefano Eleuteri. “È bene ribadire con forza, per l’ennesima volta, che il centrodestra reatino non rinuncerà mai all’Università. Innanzitutto perché la considera un fattore di arricchimento e di vitalità culturale e formativa del territorio, e poi perché non si può pensare ad un territorio che punti ad attrarre intelligenze, investimenti, ricerca e sviluppo e che allo stesso tempo rinunci ad offrire degli importanti corsi universitari – continuano Matteo Carrozzoni e Stefano Eleuter – Chiarito il concetto che l’Università non si tocca, a nostro avviso è importante sottolineare anche l’importanza dello strumento Consorzio Sabina Universitas, garanzia di rappresentatività territoriale e di capacità di indirizzo dell’offerta didattica in relazione alle scelte strategiche di un territorio e che, ne siamo certi, svolgerà tale funzione anche in futuro, attraverso una gestione economica e strategica che dovrà, però, certamente migliorare. Ma anche su questo siamo fiduciosi. Condividiamo recenti appelli al coinvolgimento di altri soggetti istituzionali e privati nell’Università reatina che possano garantire non soltanto sostegno economico ma anche prospettive e visioni. L’Università reatina è un patrimonio non soltanto della città ma di un territorio di area vasta che travalica i confini del capoluogo e si rivolge a tutta una porzione di territorio del Centro Italia che deve tentare di rilanciarsi. Con l’aiuto di coloro che hanno davvero a cuore le sorti di questa nostra provincia e non si rassegnano alle difficoltà, siamo convinti che non soltanto l’Università possa essere salvata ma addirittura ampliata e migliorata. Noi lavoriamo in questa direzione”.
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