“La seduta di commissione ambiente e lavori pubblici del Comune di Rieti tenutasi venerdì mattina per occuparsi degli impianti di trattamento rifiuti con produzione di biogas e vermicompostaggio che si vorrebbero realizzare a Vazia e Poggio Fidoni dimostra ancora una volta che a Rieti e provincia le amministrazioni locali trattano il binomio rifiuti-energia sempre per favorire il business di pochi invece che l’interesse collettivo”, lo scrive il Movimento 5 Stelle.
“Infatti – dichiara Lodovica Rando portavoce in Consiglio comunale di Rieti per il Movimento 5 Stelle – proprio in commissione mi sono trovata costretta ad insistere affinché siano immediatamente respinte, senza ulteriore dispendio di tempo e denaro pubblico, quelle istanze che, come nei casi in esame, non rispettano il Regolamento di Igiene e Sanità che vieta la localizzazione di “fabbriche insalubri” ad una distanza dagli abitati e dai gruppi di case inferiore ai 200 metri (leggi)”.
“Non riusciamo dunque a comprendere perché, sia gli uffici tecnici che il Sindaco Cicchetti in qualità di Autorità sanitaria locale, si ostinino a non far rispettare il Regolamento d’igiene e, di conseguenza, anche il Regolamento comunale per l’Edilizia che, all’art. 69, prescrive che ‘gli impianti per lavorazione insalubri di cui al testo unico delle leggi sanitarie devono essere dislocati in conformità alle disposizioni del citato testo unico ed alle previsioni dello strumento urbanistico e sottostanno oltre che alle norme del presente Regolamento a quelle previste nelle leggi particolari relative’. Ed è proprio alle parole del Dirigente dell’Urbanistica Peron che gli animi dei cittadini accorsi in Commissione si sono inevitabilmente scaldati, quando in particolare ha dichiarato che il Comune di Rieti rilascerà parere positivo, nonostante le evidenti incompatibilità urbanistiche dell’intervento, nell’ambito del Procedimento di Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) relativo all’impianto di Vazia. Impianto che, è bene sottolinearlo, dovrebbe oltretutto essere sottoposto ad Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)* in quanto strettamente interconnesso a quello di Poggio Fidoni dove, dopo la fase di digestione anaerobica, completerebbe il ciclo di gestione dei rifiuti attraverso il vermicompostaggio, per una capacità di circa 100 tonnellate al giorno”.
“E quindi, a maggior ragione, non si spiega come si sia chiusa favorevolmente la Conferenza di Servizi relativa alla Procedura Autorizzativa Semplificata (PAS) – aggiunge Rando – Oltre a tutto ciò è doveroso evidenziare anche l’insensata sovrapposizione di impianti simili su tutto il territorio provinciale e che, se fossero tutti realizzati (Acea a Borgorose, AeA a Camposaino, Enersi a Vazia e Poggio Fidoni e l’impianto di compostaggio previsto dal vecchio Piano provinciale dei rifiuti), avrebbero bisogno di circa 130.000 tonnellate di frazione organica dei rifiuti (FORSU) per funzionare, a fronte di una produzione provinciale di appena 15.000 tonnellate!”.
* “L’autorizzazione integrata ambientale ha per oggetto la prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento proveniente dalle attivita’ di cui all’allegato VIII e prevede misure intese a evitare, ove possibile, o a ridurre le emissioni nell’aria, nell’acqua e nel suolo, comprese le misure relative ai rifiuti, per conseguire un livello elevato di protezione dell’ambiente salve le disposizioni sulla valutazione di impatto ambientale.” (D.lgs. 152/06)
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