Che notte! Emozionante, bella e vibrante, vissuta da tutta la città con partecipazione e calore per festeggiare al meglio lo sport reatino. Un’atmosfera unica per una serie di emozioni da ricordare, con l’amarantoceleste che ha colorato la notte, la sua notte. Una notte che ha fatto finalmente conoscere alla gente, appassionata di sport e non, gli atleti che rappresenteranno la città per tutto l’anno in giro per l’Italia: dal calcio al rugby, dall’atletica al basket, dal calcio a 5 al volley: insomma tutte le discipline sportive che si apprestano ad iniziare la stagione agonistica. Una bella festa, non c’è che dire, che fa meritare i giusti e doverosi complimenti a chi l’ha pensata, a chi la organizzata e resa possibile. Però, se è vero che il mio compito è anche quello di monitorare e tastare il polso ad alcune situazioni, stavolta non posso esimermi nel raccontare e riportare, oltre che commentare, alcune riflessioni ascoltate nel corso di questa che, a mio avviso e non solo, è stata davvero la notte più bella dell’intera estate reatina. Premetto che essendo tornato da poche ore dalle ferie, con moglie e prole, alcune cose me le sono perse nonostante abbia seguito via tablet direttamente dalla spiaggia di San Benedetto del Tronto le vicende di Rieti legate allo sport, ai precari, alla vita politica cittadina e al gossip in generale. Ebbene, debbo dire che rispetto a poche settimane fa le cose non sono affatto cambiate: anzi, in taluni casi sono rimaste le stesse. E dopo le giornate al peperoncino, anche quella della notte scorsa è stata piuttosto piccante. Mi riferisco alle lamentele ed alle critiche registrate durante la “Notte Amarantoceleste”. Stavolta potrei scrivere un saggio breve per quante ne ho ascoltate, ma mi limiterò a riportarvi quelle cose che mi hanno colpito di più anche perché ad un certo punto, per un attacco di sonno dei miei congiunti, ho dovuto fare un veloce salto a casa. Al mio ritorno alcuni miei conoscenti, con i quali ho trascorso la serata, stavano parlando della situazione dei precari che ancora non hanno avuto, sembra, risposte concrete da parte dell’Amministrazione Comunale che tuttavia pare si stia dando da fare alacremente per trovare risorse necessarie al riassorbimento, almeno in parte, di quei ormai celebri precari che fanno parte dell’arredo e della dote di ciascun comune italiano. Sono tanti, addirittura e se non ho capito male, dal 1° di settembre anche alcuni operai legati alle cooperative, che in qualche caso si occupavano di impianti sportivi, sono rimasti senza impiego a causa della scadenza contrattuale. Una situazione non propriamente bella, che non siano certo noi a scoprire, che si avvicina e in qualche maniera giustifica alcuni sfoghi che ho potuto ascoltare di persona. Non voglio accusare o bacchettare nessuno, ma le voci di piazza man-mano che la festa è andata avanti hanno spifferato delle cose che, se fossero vere, non sarebbero di facile lettura e, senza ombra di dubbio, andrebbero messe a fuoco e, soprattutto, spiegate ai cittadini. Senza spendere altre parole tra la gente di Rieti, forse proprio tra coloro che sono senza lavoro, è girata la voce di quanto sia costata alle casse quasi asciutte dell’Amministrazione Comunale, la Notte Amarantoceleste. Naturalmente sono tutte battute: di chi magari è contro gli attuali amministratori, o di chi va contro comunque sia, o di chi parla perché sa, oppure parla tanto per… I temi circa il costo della serata hanno riguardato, oltre che tutto l’archibugio di palco, luci e quant’altro, tre persone in particolare: i due conduttori e Dan Peterson, il coach per antonomasia della pallacanestro, per me numero 1, tanto per parafrasare un suo vecchio spot. Questi personaggi hanno preso soldi? Quanti? Perché? Da dove sono usciti semmai fossero stati elargiti? Nel caso fossero usciti soldi pubblici, perché e per quale motivo questa gente ha percepito danari? Eventualmente, sempre nel caso fossero stati spesi soldi pubblici per dei compensi, non si potevano risparmiare? Questo, credetemi, è stato il tema dominante della “Notte Amarantoceleste”. Ho sentito gente che inveiva contro la presenza di Dan Peterson: <Ma que te pensi che issu sta assettato loco aggratisse….ma scì…te pare che benea a Riete a vedè sti quattro beccamorti. Te pare che nun j’avrau atu 3/4 mila euro oltre l’arbergo e lu magnà>. Anche per i conduttori non ci sono stati mezzi termini: <Ajo saputo che illu (il conduttore maschio del quale non conosco l’identità) vole i sordi…non ce staea nisciuno che lo faceva aggratissema. Ma ella femmina che je sta vecinu chi è? (riferendosi alla conduttrice donna della serata che, ahimè, non ho il piacere di conoscere). Tutto ciò senza voler entrare nel merito di chi ha parlato dei presunti costi del Meeting di Atletica. In poche parole questo è apparso lo stato d’animo della gente di Rieti che ha sì preso parte alla Notte Amarantoceleste, ma si è pure domandata quanto ci è voluto per organizzarla. A parte i costi vivi (service-luci-palco ecc.ecc) mi auguro che non siano stati spesi soldi pubblici per pagare chiunque, Dan Peterson compreso. Voglio permettermi di dare un consiglio agli amministratori che hanno organizzato molto bene l’evento: per mettere a tacere le voci di corridoio e non destare sospetti rendano pubbliche immediatamente la spese della manifestazione. Se lo facessero sarebbero… per me, numero 1! Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO © 3 Settembre 2012