“Il Coordinamento Diritto Salute e Politiche Sociali apprezza l’attenzione del Consiglio Comunale di Rieti sui problemi della Sanità reatina, ma auspichiamo, adesso, fatti concreti da parte degli Organismi preposti”: lo scrive lo stesso coordinamento dopo il consiglio comunale di ieri dedicato alla sanità reatina, per la quale il Coordinamento si sta muovendo in difesa da diverso tempo (c’è anche una mozione delle opposizioni). “Ribadiamo – aggiungono – quanto va immediatamente fatto, anche ad integrazione e compimento della risoluzione del Consiglio Comunale di Rieti: ritiro, da parte della Regione Lazio del Decreto 219/2014 relativo al declassamento del Laboratorio Analisi dell’ospedale De’ Lellis e del decreto U00207 riguardante il Servizio Immunotrasfusionale; analoga richiesta sul Decreto di riorganizzazione della rete delle Anatomie Patologiche del Lazio che penalizzerebbe fortemente Rieti. Contestuale ed immediata applicazione del Decreto n. 45/2017 e Decreto Legge n. 8/2017 che prevedono la sospensiva di qualsiasi depotenziamento dei Servizi Sanitari nelle aree terremotate del Cratere sismico, Rieti compresa, dal 2017 al 2020 compreso. Revisione dell’Atto Aziendale della ASL Rieti, approvato nel gennaio scorso, là dove contrasta con i Decreti di salvaguardia n. 45 e n.8/2017, nelle parti che modificano standard e Servizi attivi precedenti al 2017. Sospensiva dell’applicazione del Decreto Lorenzin n.70/2014, che prevede tagli “lineari” ai Servizi Sanitari, analogamente a quanto previsto per l’area sismica abruzzese, in quanto l’area reatina rientra in pieno nel Cratere sismico appenninico”. E poi: L’Assessore d’Amato è sollecitato sull’argomento da tutte le componenti associazionistiche e sindacali da circa 5 anni e non comprendiamo per quale motivo si ostini a non considerare Rieti una Provincia come le altre. L’assessore D’Amato deve solo modificare i Decreti, come già hanno richiesto oltre 4.000 cittadini che hanno firmato una petizione al riguardo ed il Consiglio Comunale all’unanimità. L’operato del Coordinamento per il Diritto alla Salute e Politiche Sociali va unicamente nella direzione di trasparenza e corretta informazione ai cittadini reatini che pagano le tasse esattamente come i cittadini di tutta la Regione”.
FDI – “A seguito del Consiglio Comunale di ieri, sulla Sanità locale, il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia Rieti esprime alcune considerazioni – scrivono in una nota, Claudia Chiarinelli, Morena De Marco, Matteo Carrozzoni, Francesco Forgini – È noto che la Asl di Rieti sia la più grande azienda del territorio, impiegando circa 2000 dipendenti e producendo un indotto che tiene in vita una provincia ormai in grande sofferenza, a seguito della debacle industriale che ha visto chiudere quasi il 90 % delle industrie. Questo è uno dei tanti motivi che ci impediscono di rimanere impassibili davanti alla lenta implosione di questa fondamentale realtà e al suo continuo impoverirsi di servizi e assistenza. È drammatico lo scenario che ci appare, a distanza di pochi mesi dalle allettanti promesse della Direzione Generale Asl reatina, che ci aveva prospettato una situazione completamente diversa, infondendo speranze presto disattese, visto lo svuotamento in atto, al posto del ventilato potenziamento e addirittura del semplice mantenimento dei servizi essenziali. Assistiamo sconcertati all’annientamento dei reparti specialistici chirurgici sostituiti dall’ introduzione del concetto di intensità di cure espresso con la week surgery e long surgery (tanto per non farci mancare anche lo smantellamento della lingua italiana in favore degli inglesismi) e all’ assenza di lungodegenze adeguate per competenza e capienza. Oltre questo, sono stati prodotti una serie di decreti del Commissario ad Acta che, attraverso meccanismi aritmetici trasparenti, vogliono far apparire inadeguata l’offerta sanitaria locale rispetto a quella fornita sia dalla città di Roma che dalla vicina Terni, per le quali sono evidenti i frutti di antiche scelte”. “A gravare sul bilancio negativo anche le discutibili scelte aziendali relative alle nomine a livello infermieristico, che hanno trasformato molti dipendenti in professionisti ben retribuiti ma dalle competenze che non hanno nulla a che vedere con la funzione ricoperta – continuano da FdI – Nel contempo si è pensato a stravolgere anche l’atto aziendale con la creazione di nuove attività sul territorio come la struttura fisiatrica di Poggio Mirteto, cattedrale nel deserto che, come era da immaginarsi, non riesce a decollare. Altra vittima del processo di destrutturazione è il reparto di Chirurgia Generale, sostituito da una struttura definita ‘Unità Semplice di Chirurgia Territoriale Dipartimentale per la Chirurgia a ciclo breve’, utilizzando il personale già in ruolo, sabotando l’attività ospedaliera chirurgica principale a discapito dei pazienti e di chi ci lavora. Ulteriore nota dolente riguarda il Pronto Soccorso, che in questi anni di programmazione ha visto la creazione di strutture finalizzate al trattamento di patologie importanti, senza gravare con il ricovero sul bilancio aziendale, in un’ottica di risparmio che però non viene reinvestito sul rinnovo delle tecnologie ma in settori non prioritari come il Risk Management, la Formazione, il controllo Antincedio. Basti pensare che allo stato attuale, in molti giorni del mese, i servizi di OBI (osservazione breve intensiva) e Murg (medicina d’urgenza) risultano sguarniti di personale medico. Altro problema riguarda l’Ostetricia che barcolla sul filo della chiusura, con personale ridotto ai minimi termini e privo di un “percorso nascite” e di un ambulatorio delle gravidanze a rischio. Tra l’altro sarà difficile non vedere affondare anche questa struttura senza il rinnovo delle convenzioni con i neonatologi del Gemelli e del Bambino Gesù. La carenza di organico mette in ginocchio anche il reparto di Fisiatria che sia a Rieti, sia a Poggio Mirteto, vede pazienti post-acuti impossibilitati al ricovero per mancanza di personale di assistenza. Questo è la situazione nella quale i professionisti sono costretti ad operare e non c’è da meravigliarsi che chi può cerchi un trasferimento altrove. A cosa si deve attribuire questo processo involutivo? Mancanza di progettualità, gestione miope e riduzione di risorse materiali? A cosa è dovuta la cronica mancanza di interesse da parte della Regione Lazio verso il nostro nosocomio, mai riconosciuto come Ospedale di zona svantaggiata, a differenza del nosocomio di Monterotondo, che insiste in una zona sicuramente meno svantaggiata del reatino? Il Gruppo Consiliare di Fratelli D’Italia a seguito del documento congiunto, presentato da tutte le forze politiche e approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale rilancia l’invito al Presidente Zingaretti, all’Assessore D’Amato e alla comunità tutta al fine di contrastare l’attuale ‘mala gestio’ e fermare il declassamento dell’ultima grande risorsa della provincia di Rieti, già tartassata da un’imperante crisi economica, da un annoso isolamento infrastrutturale e messa in ginocchio dal dramma del recente sisma”.
CINQUE STELLE – Anche dal Movimento Cinque Stelle c’è apprensione per la sanità reatina. La si legge nella nota di Roberto Casanica, degli attivisti 5 Stelle Grilli Parlanti: “Apprendiamo con piacere che ieri, in consiglio comunale a Rieti, l’atmosfera carnevalesca la faceva da padrona. La mozione dove ‘si chiede al Commissario Straordinario alla ricostruzione post sisma Farabollini e al Governo l’adozione di un provvedimento analogo all’art.17bis della Legge n.45 del 7 aprile 2017’ è una perla di comicità. L’articolo in questione consente già ai comuni del cratere sismico, tra cui Rieti, la disapplicazione della normativa riferita al Decreto Lorenzin in materia di riorganizzazione della rete ospedaliera e piano di rientro delle aziende ospedaliere. Quindi, quale provvedimento analogo dovrebbero emanare il Commissario Farabollini (che nulla c’entra in materia) e il Governo se la norma c’è ed già esecutiva? Andrebbe semplicemente applicata dal Commissario alla Sanità Nicola Zingaretti, come ad esempio è stato già recepito per gli ospedali abruzzesi. Tutto qua. Qualcuno ha sbagliato tipologia di Commissario per impreparazione oppure la minoranza che ha proposto questa soluzione, di cui nessuno ha fatto notare la stortura, si sta nascondendo dietro un dito pur di non ammettere che la situazione della sanità reatina rientra nella responsabilità unica del neosegretario del Pd nazionale, presidente della Regione Lazio e Commissario alla Sanità regionale Zingaretti? A tal proposito ricordiamo che risulta depositata in Regione la Mozione 109 del 27 Febbraio 2019, sottoscritta dai consiglieri regionali del M5S, che non abbiamo dubbi sarà votata anche da Refrigeri e Pirozzi, che traccia benissimo la via da seguire (QUI). A carnevale ogni scherzo vale? Tanto valeva allora chiedere il ‘provvedimento analogo’ al Commissario Basettoni di Topolino o al Commissario Lo Gatto interpretato magistralmente da Lino Banfi. Effettivamente però, a pensarci bene, fa più ridere così”.
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