(da comunicato dei Carabinieri) Al termine dell’udienza dibattimentale di venerdì 1 marzo 2019, M.D., l’ultimo dei componenti la “banda dell’Audi” ancora in attesa di giudizio, è stato condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione più 4.000 euro di multa, perché riconosciuto colpevole del reato di furto aggravato e continuato in abitazione. Si conclude quindi la vicenda processuale dei tre componenti la “banda dell’Audi” i quali, nella notte del 26 marzo 2016, misero a ferro e fuoco la Provincia reatina, svaligiando in pochissime ore ben 5 abitazioni site nei comuni di Cittaducale, Borgo Velino e Petrella Salto, atteso che gli altri due complici E.P. e A.D., nel maggio del 2018, al termine del rito abbreviato, erano stati già condannati rispettivamente a 5 anni e 6 mesi di reclusione più 1.000 euro di multa e 4 anni e 6 mesi di reclusione più 800 euro di multa.
Alla fine del processo di primo grado, è stato quindi accertato che, nella notte del 26 marzo 2016, i tre malviventi, tutti trentenni di nazionalità albanese con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio, al termine di raid furtivi che avevano fruttato loro un bottino di oltre 35.000 euro, erano riusciti a darsi alla fuga a bordo di un’Audi S 3 Sportback, risultata anch’essa oggetto di furto in data 21.02.2016 in provincia di Mantova, subito inseguiti da una pattuglia del Comando Stazione Carabinieri di Pescorocchiano. Durante l’inseguimento, essi erano usciti fuori strada, abbandonando il mezzo, ma riuscendo comunque a far perdere le proprie tracce, dileguandosi a piedi per le campagne limitrofi.
Tuttavia, in quella circostanza, l’autovettura Audi S3, insieme a parte della refurtiva, era stata recuperata e posta sotto sequestro e soprattutto erano state avviate le indagini da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Rieti, condotte sia con l’utilizzo di strumenti di natura tecnica, che soprattutto attraverso i cosiddetti “metodi tradizionali” quali l’esecuzione di numerosi servizi di osservazione nei Comuni di Roma, San Cesareo di Palestrina e Zagarolo, resisi indispensabili dal fatto che i malviventi, essendo professionisti del crimine, si guardavano bene dal portare al seguito le proprie utenze cellulari in occasione delle azioni criminose, rendendo così ancor più difficile la loro identificazione.
Nonostante le precauzioni adottate, al termine degli accertamenti svolti, venivano individuati gravi indizi di reato nei confronti dei componenti la banda, accompagnati dal concreto pericolo di fuga e di reiterazione del reato. Pertanto il Gip dei Tribunale di Rieti, su richiesta del pm titolare dell’indagine Lorenzo Francia, aveva emesso nei loro confronti tre provvedimenti di custodia cautelare in carcere, poi eseguiti nella tarda serata del 22.09.2017, sempre dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Rieti. In quella frangente, proprio M.D., venne rintracciato presso un’abitazione sita nella campagne del comune di San Cesareo di Palestrina e, durante la successiva perquisizione domiciliare, venne trovato in possesso di due pistole revolver entrambe cariche e perfettamente funzionanti (una avente marca Smith&Wesson, cal. 38 special, risultata oggetto di furto nella notte di Capodanno del 2016 presso un’abitazione sita nel Comune di Vinci (Fi) e un’altra con marca e matricola abrase, avente cal. 22 luger), nascoste all’interno dei comodini della camera da letto ove dormiva, di un mefisto artigianale, di passamontagna di colore nero, di una ricetrasmittente e, circostanza ancor più inquietante, di una lista contenente una ventina di indirizzi di abitazioni sparse fra la Provincia di Roma e quella di Mantova, corrispondenti a possibili futuri obbiettivi che i due avevano in mente di assaltare nei prossimi mesi. Al momento, due dei tre indagati sono rinchiusi nelle carceri di Roma Regina Coeli e Velletri, mentre il terzo straniero è fuggito dal territorio nazionale essendo attivamente ricercato.
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