(ch.di.) Sorride nel finale di Trapani-Npc, Alessandro Rossi. Il tecnico reatino sa che la sua squadra è seconda dopo 74-83 rifilato a Trapani. “Siamo stati bravi perché ci eravamo dati come obiettivo di non fare passaggi a vuoto. Nel terzo quarto, nel momento più difficile, i ragazzi hanno dimostrano sempre di saper soffrire, andare oltre l’ostacolo e tenere il focus mentale”. A chi gli fa notare la gara ruvida tra i giocatori (e da sottolineare che a Trapani non pare sia piaciuto l’arbitraggio, una sensazione non nuova certo agli amarantocelesti), Rossi risponde: “Vero, è stata una partita fisica, ma contro Renzi, Clarke, Ayers non ci si può aspettare una partita morbida. Bsigona essere duri, presenti fisicamente. Sono stati bravi gli arbitri a gestirla, hanno tenuto il polso della situazione. Non potevamo pensare di fare una gara soft, Trapani avrebbe avuto la meglio”.
MAGICI – Poi su Adegboye e Jones, cinquanta punti in due: “Mentre Jones normalmente produce questo, Ogo è molto più sulle sue a livello di iniziative. La sua prestazione scaturisce dal fatto che ha trovato molti varchi in area, è un qualcosa che sorprende anche noi. Poi mi fa piacere che i canestri decisivi li abbiano messi Carenza e Toscano”. Ma Rieti poteva chiuderla prima, invece di tenere aperto parte del quarto finale? “Si, potevamo chiuderla prima – dice Rossi – ci sono stati errori di lettura su dove andare in attacco. Scelte poco riflessive, accoppiamenti che non ci premiavano e hanno permesso l’innesco Clarke, giocatore spettacolare. Pensare di venire qui e non avere una flessione, è difficile. Bravi nel finale a contenere gli avversari”.
Il SOGNO – Anche a Trapani chiedono a Rossi se si sente in diritto di sognare. Lui non si scompone e già pensa alla prossima a Cassino, mercoledì. “Sognare? Il nostro è un bellissimo percorso, ma questo campionato premia la costanza. Stiamo sul pezzo, con questo atteggiamento possiamo essere una squadra fastidiosa da affrontare. Felicissimi di questa classifica”.