Il Comune di Amatrice interviene sulla vicenda del loculo richiesto da un uomo per suo padre, vicenda portata alla luce dal Comitato 3.36 (leggi).
“Riguardo alla notizia di stampa circa la mancata assegnazione da parte del Comune di Amatrice di un loculo provvisorio per la tumulazione richiesta da un cittadino residente a Roma, a seguito della inagibilità della cappella familiare in Amatrice, si informa – scrive il comune di Amatrice – che i cimiteri di Amatrice, a seguito dei noti sismi, versano in uno stato di grave inagibilità generalizzata, come più volte segnalato agli organi competenti; la disponibilità attuale del Comune di loculi provvisori emergenziali, realizzati da Caritas, è limitata. Tali disponibilità emergenziali sono state utilizzate e sono correntemente utilizzate al fine del collocamento provvisorio delle salme recuperate a seguito dei crolli e per il collocamento provvisorio delle salme per consentire la ristrutturazione/recupero delle strutture originarie; la residua e limitata disponibilità di loculi provvisori non consente il soddisfacimento delle numerose richieste di cittadini non residenti ad Amatrice, mentre è indispensabile per il soddisfacimento di esigenze contingenti di cittadini residenti, che non avrebbero alcuna altra soluzione temporanea fuori dal Comune di residenza; Di quanto sopra gli Uffici competenti del Comune hanno dato puntuale notizia al richiedente di cui tratta l’articolo di stampa, come è stato sempre espressamente fatto, anche nel passato, per analoghe richieste. Disumano, quindi, non è il comportamento dell’Amministrazione la quale, pur nella ‘emergenza disumana’ che ha colpito i nostri territori ha adottato misure, compatibili con i propri mezzi, che rappresentassero la massima tutela dei cittadini residenti ad Amatrice. In un momento così particolare della storia del nostro territorio nel quale condividere le difficoltà di chi è rimasto vuol dire esprimere sentimenti di vicinanza a chi soffre, appare invece disumano il voler creare divisioni e pretesti che appaiono finalizzati più a visibilità personalistiche che all’interesse superiore della comunità”.
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