(ch.di.) “Inter, Roma, Lazio, Napoli: non hanno la mentalità che ha la Juventus. Se vogliamo alzare un trofeo, al Real Rieti serve quella mentalità. La squadra l’ho costruita per essere protagonista”: è Roberto Pietropaoli a parlare del suo Real Rieti che ieri, vincendo contro Maritime Augusta 2-1 grazie alla doppietta di Jefferson, si è qualificata alle Final Eight e ha chiuso andata e 2018 al quarto posto, 20 punti (6 successi, due pari e tre ko). Un Pietropaoli che fa un parallelismo con la Juve, nonostante sia dichiaratamente di fede interista. Patron che negli ultimi giorni ha puntellato la squadra con arrivi di sicuro valore, per tamponare infortuni e partenze varie. Mercato finito? Macché, entro fine anno altro colpo. “Trattiamo uno spagnolo, dobbiamo sbrigarci perché posso tesserare un comunitario massimo entro il 31 dicembre” dice. È un centrale difensivo e Pietropaoli si prepara ad allungare la rosa, senza altre uscite.
SEMPRE PIÙ SU – Pietropaoli, però, non si accontenta. Vero, già da inizio anno si parlava di un Real tra le prime quattro d’Italia. ma lui vuole di più. e sa come ottenerlo. “Sono contento per il risultato di ieri, ma la squadra non è quella che voglio io, non gioca con la personalità che voglio, quell’atteggiamento che dovrebbeo avere. Noi abbiamo fatto il minimo: la squadra è stata costruita per stare tra le prime quattro e come tale doveva stare lì. Non mi vanto mai, quando vinco era giusto vincere, non mi esalto. Il Real ha fatto il minimo sindacale”. Non si accontenta mai patron Roberto Pietropaoli che quest’anno non si è certo nascosto: obiettivo alzare un trofeo: “Voglio un Real Rieti diverso. Ieri, contro Augusta, sul 2-0 avevamo la gara in mano. Ecco, non dobbiamo soffrire. Lo staff tecnico e i giocatori devono salire di mentalità – aggiunge Pietropaoli – di coscienza, devono capire che sono una grande squadra. E poi serve più abnegazione, quello che stanno facendo attualmente non è sufficiente”.
NESSUNO CI BATTE SE… “Se la squadra cresce come dico io – aggiunge il numero uno del futsal amarantoceleste – per battere questo Real ci vuole il più grande Pesaro e la più grande Acqua&Sapone. Un po’ quello che è successo martedì nel recupero con gli abruzzesi. Era finita in parità, ma con una mentalità diversa non so come sarebbe finita la partita”. Insomma, Pietropaoli richiama staff tecnico (Festuccia e Abati) e tutta la squadra: “Ad esempio con Augusta ci siamo abbassati troppo. Ed è lì che va fatto mea culpa da parte di staff e giocatori. Il Real – aggiunge – l’anno scorso ha quasi fatto più di quello che doveva fare. Quest’anno, no. Abbiamo preso due dei portieri migliori d’Italia, Alemao il cui solo allenamento parla da solo, Abdala che è superiore a Borges. Ieri mancava Chimanguinho (è nato suo figlio, ndr), Kakà non è al top della forma, come Joao. Per questo il Real deve salire di tre gradini. Di classifica? No, mentali! La classifica è condizionata da episodi. Nel ritorno avremo il fattore campo dalla nostra, avremo una gara in più in casa. E io voglio un Real diverso, che diriga la partita. Mi piacerebbe dire la mia”.
CITTÀ – Pietropaoli, poi, rivolge uno sguardo ai suoi omologhi di calcio, basket, rugby: “A Curci – col quale Pietropaoli smentisce contatti, sia in estate che ora – per il ritorno, auguro in bocca al lupo. Il basket? Cattani sta facendo bene, così come fa il rugby. Lo sport a Rieti non ha problemi; i problemi di questa città sono altri…”.
Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO ©