Foto: Emiliano GRILLOTTI/Gianluca VANNICELLI/Francesco PATACCHIOLA – Agenzia PRIMO PIANO © Apri la gallery per guardare tutte le foto
(di Christian Diociaiuti) Via Roma ha due soli colori: il giallo e il nero delle divise dei Vigili del Fuoco. È forse l’immagine più toccante, insieme alle lacrime dei familiari, dei funerali del vigile del fuoco Stefano Colasanti e di Andrea Maggi, le due vittime dell’esplosione sulla Salaria di mercoledì 5 dicembre. Un lungo corteo ha accompagnato il feretro di Colasanti lungo la città, dalla caserma di via Sacchetti Sassetti alla Cattedrale dopo che per due giorni colleghi, amici, familiari al comando hanno vegliato il vigile-eroe. Colasanti, con il suo sacrificio, ha permesso di salvare più di venti persone nell’inferno di fuoco sulla Salaria pagando con la vita il suo intervento, importante e quasi casuale: il vigile del fuoco non si trovava nelle squadre di soccorso e viaggiava per Roma per revisionare un mezzo dei Vigili del Fuoco.
L’ULTIMO VIAGGIO – Dopo la camera ardente, l’ultimo viaggio: la bara, a bordo dell’autoscala, dalla caserma di via Sacchetti Sassetti ha raggiunto la Cattedrale, nel silenzio rotto solo dalla sirena del mezzo dei Vigili del Fuoco. Un viaggio che ha spezzato il fiato dei reatini a bordo strada, alcuni dei quali si sono lasciati andare ad un omaggio al loro eroe con un applauso che ha squarciato la mattinata cittadina. Serrande dei negozi abbassate, silenzio nelle scuole e nei locali pubblici. Rieti si è fermata per il suo eroe.
MONDO A RISCHIO – “È un mondo a rischio permanente come la Salaria. C’è bisogno di gente come Stefano e Andrea”. Con le parole del vescovo Domenico Pompili, Rieti ha dato l’ultimo saluto ad Andrea Maggi, 38 anni, e al Vigile del Fuoco 50enne Stefano Colasanti. La mattinata più lunga per Rieti, con i funerali celebrati a Santa Maria davanti a decine di Vigili del Fuoco, di operatori del soccorso e della sicurezza, ma anche di cittadini comuni, di autorità, di persone riconoscenti al lavoro dei Vigili del Fuoco. Tra le autorità, locali, regionali, civili, militari e religiose, anche Giorgia Meloni, numero uno di Fratelli d’Italia e unico leader nazionale ai funerali, insieme al sottosegretario agli Interni, Stefano Candiani.
DUE FAMIGLIE SPEZZATE – Una città stretta attorno al grande dolore di due famiglie spezzate da una catastrofe. “Sorridete per mio padre, lui sarebbe stato onorato. Faceva un lavoro tosto, ma lui lo era di più. Ha avuto paura in quel momento, ma ha prevalso il coraggio” ha detto la figlia 17enne di Stefano Colasanti, in un lungo discorso di saluto al padre, lucido e pronunciato a braccio. Grande dolore anche per le ragazze del Cittaducale calcio a 5 femminile: la squadra femminile che Stefano Colasanti allenava nel tempo libero e con la quale portava avanti la sua grande passione per il calcio, nata sui campi di Lisciano.
LA LETTERA – Con una struggente lettera, invece, il piccolo Flavio Maggi di 8 anni, figlio di Andrea che ha assistito alle esequie del papà con tutta la sua famiglia, ha voluto salutare così il papà nell’ultimo viaggio terreno: “Sei un eroe, grazie per quello che hai fatto per me. Proteggimi da lassù. Io aprirò la finestra la sera e ti manderò tanti baci”
SILENZIO E APPLAUSO – Il silenzio suonato con la tromba dal fratello di Stefano, Claudio, poliziotto ha scoperto della morte del fratello intervenendo sul luogo della tragedia, ha chiuso i funerali. E all’uscita delle bare, un lungo applauso per Andrea e Stefano, mentre i Vigili del Fuoco hanno ribadito che no, il “pompiere paura non ne ha”.