Sfidando il maltempo che imperversa su tutta l’Italia, il biennio del Liceo artistico di Rieti ha realizzato oggi una lezione diversa all’aria aperta , camminando e mirando. Prendendo spunto dalla Giornata Nazionale del Camminare ideata per la prima volta da Federtrek, il “Calcagnadoro” ha immaginato una mattina speciale con ben 75 studenti , molti dei quali non conoscono vicoli e piazzette del centro storico di Rieti. Anche nelle scuole italiane bisogna diffondere sempre la consapevolezza che il camminare debba essere la prima modalità di spostamento urbano sostenibile. Con la collaborazione del CAI di Rieti, il gruppone di giovani camminatori, incrociando altre scuole (oltre 450 studenti) ha percorso parte del trekking urbano che il Comune di Rieti da anni promuove per scoprire la città allenando gambe e cuore, fino a simulare i saliscendi in montagna: al posto di sentieri e crinali ci sono scalette e rampe, salite e discese, il lungo fiume Velino e le piazzette. La mappa gratuita si può richiedere presso l’Uff. Turismo sotto il Comune. Infatti l’idea di creare con tanto di segnaletica CAI un trekking urbano fu del Club Alpino Italiano Sezione di Rieti e risale a qualche anno fa: lo scopo era di portare la montagna vicina ai cittadini per incentivare percorsi di salute all’aria aperta e a portata di mano.
Anche quest’anno il Comune di Rieti ha aderito all’iniziativa di Siena, comune capofila, denominata “XV giornata Nazionale del Trekking Urbano”, organizzando grazie all’associazioni di Antichi Mestieri piccole postazioni nel quartiere dei Pozzi. E l’Artistico, accompagnato da un gruppo di docenti (ben quattro di storia dell’arte, alcuni di sostegno e altri di materie di indirizzo) ha unito questa opportunità con una scoperta didattica unica: quella di vedere e ascoltare la restauratrice all’opera nella basilica di S. Agostino, ultima tappa del trekking. Qui si conserva sin dagli anni Settanta l’affresco staccato dal refettorio omonimo con la famosa Crocifissione, molto sporca e molto guasta, anche a causa di atti vandalici pregressi . L’affresco ha subito in passato tanti colpi, essendo il locale adibito a palestra dell’attuale scuola Sacchetti Sassetti: ancorati alla parte dipinta il cesto della pallacanestro e la spalliera svedese, per di più le pallonate soprattutto mirate alle teste affrescate. Alcuni volti delle figure vennero distrutti, altri appaiono molto dilavati a causa del cattivo stato conservativo dovuto all’umidità, o ridipinti a secco.
Attribuita al maestro Liberato di Benedetto e riconducibile all’attività giovanile del pittore, intorno al 1430 – ‘32, l’opera è di dimensioni colossali ed è stata trasportata su tela quando venne staccato l’affresco per salvarlo dal suo tragico e certo destino. I ragazzi hanno seguito con grandissimo interesse la spiegazione della restauratrice, osservando dal vivo le fasi della pulitura e immaginando le azioni delicate per far riaderire la pellicola pittorica che minaccia di cadere. Grazie a questo restauro si potranno ritrovare i colori il più possibile originari delle stoffe delle figure panneggiate, mentre difficilmente si potranno ritrovare tutti i volti dipinti. Gli studenti, inoltre, hanno potuto ammirare per la prima volta il palinsesto che si trova all’ingresso della basilica sulla destra, infine il bellissimo affresco scoperto dopo il terremoto del 1997 sotto l’altare del muro contiguo. Più consapevoli e curiosi dopo le soste dentro e fuori le parecchie chiese della città, hanno compreso quanto sia stupido e dannoso il vandalismo urbano di fronte a tante piccole e grandi meraviglie antiche che conserva Rieti. Per contrastare il vandalismo grafico e i manifesti illegali e selvaggi incollati sui muri bisogna educare i giovani sin da piccoli: deturpare il centro è punibile per legge, va fatto, le sanzioni sono pesanti e le frasi d’amore è meglio dichiararle in faccia, non deturpando la città. (di Ines Millesimi)
Foto: RietiLife ©