“L’episodio avvenuto al Museo Civico di Rieti è solo la punta di un iceberg di mille fatti che si consumano principalmente tra le mura domestiche”. È quanto scrive il Centro antiviolenza “Il Nido di Ana” che nella sua struttura ha accolto oltre 130 donne della Provincia.
Il centro, che naturalmente è stato attivato anche in questa circostanza, è punto di riferimento a cui si rivolgono spontaneamente le donne, ma anche Forze dell’ordine, Servizi Sociali e Pronto soccorso quando si trovano ad affrontare situazioni di violenza di genere.
“Una rete di sostegno – continua la nota – che si basa sulla comunicazione e relazione tra i vari enti e servizi territoriali, in cui tutti debbono fare la propria parte, coscienti dell’importanza del servizio. Il Nido rappresenta uno spazio (purtroppo l’unico in provincia) che non solo accoglie ed indirizza le donne che subiscono violenza ma anche luogo in cui si promuove autoconsapevolezza, fiducia, speranza e autodeterminazione”.
Questo spazio e questo servizio, che è gestito dall’organizzazione di volontariato Capit da dieci anni, da quattro anni è regolato da una convenzione con il Comune di Rieti, che ha ricevuto nel 2014 un primo finanziamento Regionale dedicato.
“Purtroppo, questa attività è a rischio: rischio di chiusura del servizio e rischio che la Regione avvii la decertificazione della spesa, cioè la richiesta di restituzione al Comune i soldi non spesi. Questo perché il finanziamento per il rinnovo della convenzione per il 2018 (che pur sta finendo), erogato dalla Regione in base ad un piano triennale di azione approvato nel 2017 con contributi già erogati nelle casse comunali non riesce ancora ad essere sbloccato. Il Centro Antiviolenza di Rieti dunque, da 18 mesi eroga il servizio con le proprie volontarie e le purtroppo esigue risorse economiche, senza un contributo per le sue attività, cui tuttavia le Istituzioni continuano a ricorrere”.
“Facciamo perciò appello all’amministrazione, ma anche a chi ha a cuore e soprattutto consapevolezza del fenomeno, perché nella rete delle istituzioni e della società, ognuno faccia la propria parte con coscienza”.
Foto: (archivio) RietiLife ©