Sanità, l’assessore regionale D’Amato: “Si muore di meno per infarto e ictus”

I principali indicatori di mortalità del Programma regionale di Valutazione degli Esiti (P.Re.Val.E) indicano un trend in continua diminuzione nell’andamento temporale. Raffrontando i principali indicatori di mortalità nel Lazio infatti si evidenzia un quadro in diminuzione nel raffronto tra le diverse annualità a partire dal 2010 e fino al 2017 con particolare riferimento alla mortalità a 30 giorni dopo ricovero per infarto acuto del miocardio, per infarto con sopraslivellamento del tratto ST (Stemi) e per ictus.

“Sono dati molto significativi e che vanno analizzati con attenzione, ma che ci indicano che la strada intrapresa è quella giusta verso il miglioramento delle cure ed una maggiore appropriatezza e tempestività degli interventi” ha commentato l’assessore alla Sanità e l’Integrazione Socio-sanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato. 

Nello specifico per l’infarto al miocardio acuto la mortalità a 30 giorni è passata dal 11,06% del 2010 al 7,61% del 2017; per quanto riguarda Stemi la mortalità a 30 giorni è passata dal 12,81% del 2010 al 9,37% del 2017; Il by-pass aortocoronarico la mortalità a 30 giorni è passata dal 2,33% del 2010 al 1,95% del 2017; per l’ictus ischemico la mortalità a 30 giorni è passata dal 13,47% del 2010 al 12,6% del 2017; per la valvuloplastica o sostituzione di valvole cardiache la mortalità a 30 giorni è passata dal 4,87% del 2010 al 3,8% del 2017; per la frattura al collo del femore la mortalità a 30 giorni dal primo accesso è passata dal 7,39% del 2010 al 6,7% del 2017; per l’embolia polmonare infine la mortalità a 30 giorni dal ricovero è passata dal 13,17% del 2010 al 12,37% del 2017.

Foto: (archivio) RietiLife ©

 

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