Rivedere le regole sugli orari e le giornate di apertura dei negozi rappresenta un tema cruciale per i lavoratori e le imprese del commercio. «Siamo contenti – spiega Riccardo Guerci, presidente di FIDA LAZIO NORD, la Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione di Confcommercio-Imprese per l’Italia Lazio Nord– che il dibattito si sia spostato su un tema che ci sta a cuore tantissimo: le famiglie dei lavoratori del commercio, siano essi autonomi o subordinati. Dopo che se ne era parlato in campagna elettorale, essendo tra l’altro una riforma a costo zero, ci aspettiamo che si possa ora rimettere in discussione la deregolamentazione degli orari e dei giorni di apertura».
“Si tratta di una battaglia di civiltà sulla quale bisogna fare chiarezza», continua Riccardo Guerci: «Sentiamo infatti illustri personaggi che ci spiegano quanto fatturato svilupperebbe oggi la grande distribuzione organizzata nei fine settimana, paventando un crollo dei consumi in caso di chiusura festiva. Si tratta di strumentalizzazioni che non hanno alcun fondamento Dopo la riforma Monti abbiamo assistito a uno spostamento dei consumi a fronte di una disponibilità delle famiglie sempre più limitata”.
“Mettere dei paletti agli orari di apertura – qualcuno mi spieghi se è necessario acquistare una mozzarella alle tre di notte o il giorno di Natale – consentirebbe di recuperare sulla produttività del lavoro», prosegue Riccardo Guerci e aggiunge: «Sulla qualità del lavoro vogliamo controbattere anche a quanti sostengono che le aperture festive abbiano aumentato i posti di lavoro. A parte tutti i piccoli negozi che sono stati costretti a chiudere i battenti e dei quali nessuno mai si ricorda, l’effetto della liberalizzazione è stato di sostituire posti qualitativamente migliori con assunzioni estemporanee caratterizzate dal precariato”.
“Ci aspettiamo dunque – conclude Riccardo Guerci– che il Governo al di là dei proclami metta in campo una vera riforma che riesca a trovare un equilibrio tra le necessità dei consumatori di avere degli orari flessibili nei quali poter fare i propri acquisti e quelle dei lavoratori del commercio”.
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