È stato una grande successo il convegno “Biomasse forestali ad uso energetico: aspetti ambientali, forestali, giuridici economici e sanitari”, organizzato nei giorni scorsi a Rieti dal corso di laurea in Scienze della Montagna dell’Università della Tuscia, con il Comune di Rieti, l’Isde (Associazione Internazionale dei Medici per l’Ambiente) e Attuare la Costituzione.
Oltre 300 persone provenienti da ogni parte d’ Italia (dal Piemonte alla Calabria), l’adesione di ben 107 associazioni, alcune molto note e storiche come Italia Nostra, centinaia di accademici ed esperti delle più svariate discipline che avevano sottoscritto lettere aperte ed appelli, 22 relazioni in tutto e interventi dal pubblico.
Obiettivo: che venga sospesa e profondamente rivista la legge riguardante il Testo unico forestale ribattezzata la legge “tagliaboschi”, approvata in extremis e firmata in questi giorni dal Presidente della Repubblica. E a Rieti è partito il primo confronto e dialogo sul testo di legge che ha necessità di una profonda riflessione da parte di tutti perché apre uno scenario irreversibile, destinato a nuocere sulla salute dell’uomo e sugli ecosistemi.
Complessa la materia e complesso sintetizzare tutti gli interventi di grande autorevolezza. Le biomasse forestali sono state trattate dal punto di vista ambientale, energetico, sanitario, forestale e giuridico analizzando la nuova legge e osservandone le criticità.
Con dati scientifici alla mano, modelli statistici e con una ricca bibliografia aggiornata si sono analizzati: la dimensione sanitaria, le lobby e gli interessi economici che ci sono dietro il taglio dei boschi italiani,il fenomeno degli incendi boschivi (per lo più dolosi) che questa estate hanno superato i livelli di guardia anche nella Provincia di Rieti, infine i danni agli ecosistemi e agli habitat che invece andrebbero tutelati. Ne è emerso un quadro davvero preoccupante, unica consolazione che Rieti con la sua cintura verde, con i Monti Reatini e il Terminillo mantiene parametri di salubrità dell’aria e qualità della vita migliori di altri capoluoghi italiani.
Nelle relazioni di Schirone, Tamino, Piovesan, Gomiero e Bellini è emerso con chiarezza come continuare a produrre energia dai processi di combustione bruciando materia (in particolare biomassa) e addirittura incentivando questa pratica con soldi pubblici sia assolutamente fuori da quella che è l’”economia della natura”.
Boschi e foreste sono ecosistemi che svolgono importantissime funzioni dal punto di vista ambientale ed ecologico: della purificazione di acqua ed aria, alla tutela dell’assetto idrogeologico e della biodiversità fino alla mitigazione del clima e al benessere per la salute umana. Schirone dell’Università della Montagna reatina ha illustrato con dati scientifici la complessità della tutelae ha dimostrato l’insostenibilità, anche economica dell’alimentazione delle centrali a biomasse con il materiale proveniente dalle foreste italiane.
CONSERVAZIONE BOSCHIVA. Pur mimetizzandola attraverso vari richiami alla conservazione dell’ambiente, la nuova legge forestale penalizza sia la conservazione dei boschi che la selvicoltura naturalistica e, sebbene la parola biomasse non venga mai citata, di fatto propone una politica di interventi, basati sulla cosiddetta gestione attiva, che sono studiati per favorire il taglio dei boschi per la produzione di biomasse ad uso energetico.
ECOSISTEMI COME INFRASTRUTTURE. Una serie di documenti prodotti dalla UE sta arrivando ad abbandonare la visione del bosco inteso come “ecosistema” per interpretarlo come “infrastruttura verde” del territorio. Ciò porterà inevitabilmente alla progressiva cancellazione di tante norme di tutela per le foreste dell’Europa meridionale, le più ricche di biodiversità, per assimilarle a quelle nord europee dove si pratica una selvicoltura industriale lontanissima dagli equilibri naturali.
SVILUPPO ECONOMICO. Bellini del gruppo di scienziati di Energia per l’Italia, ha dimostrato che già oggi sarebbe possibile abbandonare combustibili fossili e biomasse per ricavare l’energia dalla sola energia solare e dalle altre forme ad essa connesse. Andrisano e Contu, tecnici forestali SISM, hanno messo in luce l’assoluta antieconomicità del taglio dei nostri boschi per produrre cippato o pellet ed anche in questo caso il valore viene solo dalle incentivazioni economiche di cui gode questa pratica.
SALUTE E BIOMASSE. La qualità dell’aria, già pessima in Italia non potrà che peggiorare con l’incremento di combustioni da biomassa. Gentilini, medico oncologo dell’ISDE Italia, ha ricordato gli inquinanti principali emessi dalla combustione: particolato, ossidi di azoto, ozono, diossine, IPA, metalli pesanti. L’Organizzazione Mondiale Sanità valuta che solo l’8% della popolazione mondiale respiri una aria che rispetta i limiti individuati dalla stessa OMS e che i limiti di legge (ampiamente superati purtroppo) sono molto meno cautelativi di quelli indicati dall’OMS. Aumentano le morti per tumore e per malattie cardiovascolari, c’è un incremento di infertilità, malformazioni, aborti, diabete, Alzheimer, infine un aumento del rischio di autismo per i nuovi nati.
Il convegno ha visto l’attiva partecipazione del Comune di Rieti ed è stato rappresentato dall’assessore all’Ambiente Valentini che ha commentato con particolare competenza tecnica gli interventi di vari relatori, invitando a intervenire con un contributo condiviso la Consigliera M5S Rando e l’Assessore alla Cultura Formichetti. Visto il grandissimo interesse suscitato, presto sarà disponibile sul sito dell’Università della Montagna reatina una registrazione degli interventi con i loro report. (Ines Millesimi e Patrizia Gentilini)
Foto: RietiLife©