(dal Corriere di Rieti – Marzio Mozzetti) L’ospedale si farà dov’è: il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi ha risposto in maniera negativa all’interrogazione dell’opposizione che alcuni mesi fa aveva presentato un documento nel quale chiedeva all’amministrazione comunale di riflettere sul posizionamento del nosocomio e di valutare l’ipotesi di spostarlo a Torrita, dopo la presa di posizione dei sindaci della Valle del Tronto e del Velino che in una lettera avevano perorato quest’ultima ipotesi.
“Non riteniamo opportuno fare altre valutazioni – ha tagliato corto Pirozzi – dobbiamo prima di tutto rispettare dei tempi certi che ci arrivano anche dai fondi che darà la Germania: pensare di spostare il Grifoni altrove significherebbe ricominciare tutto da capo; i tempi si dilungherebbero oltre misura, occorrerebbe individuare un terreno, prendere tutte le autorizzazioni e soprattutto rifare un intero progetto”. Insomma, un’ipotesi che il primo cittadino non si sente nemmeno di prendere in considerazione e poi aggiunge anche altre motivazioni. “Le richieste formulare da alcuni sindaci – continua Pirozzi– vengono da comuni che sono più lontani da Amatrice che da Rieti, dove c’è un ospedale funzionante ed in grado di andare incontro alle esigenze di queste popolazioni; è vero che Torrita sarebbe più vicina ad altre frazioni, ma allora cosa diremmo di Campotosto e di altre frazioni di un quadrante che si allontanerebbe se spostassimo il nosocomio. Ricordiamo che abbiamo firmato un protocollo con la regione e con il governo che ci impegna. Quello che posso dire è cercare di fare presto anche con l’attuale posizionamento e parlo della progettazione e dell’appalto”.
La minoranza non si è dichiarata soddisfatta della risposta di Pirozzi. La “bagarre” è seguita anche con l’adozione del bilancio 2017-2019 che ha visto sempre l’opposizione rivendicare una pianificazione delle donazioni per i prossimi anni. Il sindaco ha esortato la minoranza a formulare delle ipotesi e la possibilità di suggerire altri regolamenti come quelli emanati nei mesi scorsi, che hanno visto l’aiuto della popolazione. Ma il consiglio comunale di domenica sera potrebbe essere ricordato a lungo per l’adozione di un documento che potrebbe rivelarsi essenziale per il futuro. L’elaborazione è stata comune e quindi anche l’approvazione è stata unanime. Si tratta della “Carta dei valori per la ricostruzione del centro storico di Amatrice” ed è stata illustrata dal consigliere Filippo Palombini.
“E’ un documento in cui cerchiamo di ritrovare un’unità; la madre di tutte le battaglie è quella di ricostruire il nostro borgo – ha spiegato Palombini – Amatrice aveva un carattere ed un’identità che non può essere dimenticata: è anche evidente che non possiamo ricostruire le case com’erano ma dobbiamo anche utilizzare le nuove tecnologie. Amatrice deve essere ricostruita dagli amatriciani e al centro del processo ci saranno loro, ma non possiamo nemmeno rinunciare al contributo del mondo accademico”. Al centro della carta dei valori sarà anche l’edificio donato da Enrico Brignano che diventerà nelle intenzioni, un’officina laboratorio dove sarà posizionato un plastico realizzato dalla Fondazione Santarelli che raffigura Amatrice negli anni ’40 del secolo. Un modello dal quale partire in maniera condivisa per tutti i futuri progetti.
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