(di Roberto Pentuzzi) Se la gara di ieri sera serviva per capire dove avrebbe dovuto guardare la Npc, la risposta è stata: in basso. Almeno da quello che si è visto in campo, a parziale giustificazione può esserci qualche imprevisto fisico, o la stanchezza di un lungo viaggio, ma non può esserci così tanta differenza tra una prestazione e l’altra, non vanno bene le frasi “non siamo campioni ieri, non siamo brocchi oggi”, i 10 giocatori che vestono la casacca amarantoceleste hanno già più volte dimostrato il potenziale che hanno, solo un fatto di testa spiega la dispersione di “cattiveria agonistica”.
Sembra una frase fatta, ma il successo o meno di questa squadra sta nelle sue stesse mani, ha 10 occasioni ancora per dimostrarlo. Va bene, ci sono anche gli avversari, ma Marino e compagni non hanno sciorinato una prestazione così esaltante, hanno trovato pochissima resistenza, dove era finita la determinazione vista al PalaSojourner tre giorni prima? Doveva essere la partita della vendetta, dopo la sconfitta dell’andata, invece è stata quella della resa, nonostante la buona partenza, la squadra reatina si è sciolta alle prime difficoltà, incapace di prendere la partita in mano, fornendo una prestazione confusionaria ed inefficace.
Rieti poteva mettere in seria difficoltà una rivale diretta come Treviglio e lanciarsi verso i play off, invece l’ha totalmente rilanciata ed ora i giocatori in maglia amarantoceleste dovranno fare molta attenzione anche alla avversaria lombarda, che ha il vantaggio nei confronti diretti per 2-0, sotto di soli 2 punti in classifica.
Comunque non è solo questione di calcoli, di play off o play out, o di mercato, questi 10 giocatori devono trovare regolarità di rendimento in campo, non sono assolutamente inferiori a quelli delle stagioni precedenti, ci sono ancora 10 partite per dimostrarlo. Ora seicento chilometri di viaggio serviranno per leccarsi le ferite e tornare quella di domenica scorsa, perché il campionato è sempre più complicato, le distrazioni costano care e tra tre giorni si gioca di nuovo.
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