“Ora Puoi”, ha recitato uno dei tanti slogan rivolti ai suoi concittadini che hanno segnato la sua campagna elettorale fino a lunedì scorso, adesso “DEVI”…caro Simone Petrangeli, o meglio, egregio signor sindaco. Adesso “DEVI”, diventa lo slogan di chi ha deciso di cambiare, di chi ha deciso di voltare pagina e farlo insieme ad un sindaco giovane, preparato, deciso e determinato al punto giusto anche se l’impresa appare ardua. Non ho diritto di voto a Rieti ma se avessi avuto l’opportunità, avrei dato la mia preferenza proprio a Petrangeli, nonostante non mi sono mai sentito di centrosinistra, così come hanno fatto migliaia di cittadini stanchi e nauseati dal vecchio brodo, dalle vecchie politiche, dall’immobilismo totale e dalle liti che hanno di fatto disintegrato il PDL e che per stessa ammissione di esponenti di rilievo, vedi Cicchetti, ha causato la pesante sconfitta del candidato Perelli. Stavolta, però, le cose sono diverse perché l’aria di cambiamento si è respirata ancor prima dell’esito delle urne. Rieti, così come accaduto in molte altri parti d’Italia, aveva l’obbligatoria necessità di guardare oltre, di provare a dare una svolta, di girare l’angolo per osservare il mondo da una diversa prospettiva anche se chi ha perso, in senso generale, tenta di attribuire le colpe alle più disparate cause senza rendersi conto che la sconfitta è figlia dei comportamenti beceri e rovinosi di politici, o presunti tali, inoperosi, insofferenti e troppo pieni di loro. Rieti, feudo incontrastato di destra-centro e non di centrodestra, ha deciso in modo unilaterale, circa il 67%, di affidare le sue sorti ad un personaggio che, in molti discorsi, è apparso come un “ricco borghese vestito da comunista” che però il giorno stesso l’aver vinto le primarie indette dal PD, aveva capito che le possibilità di diventare sindaco erano talmente alte che quasi non ci credeva, tanto da aver condotto una campagna elettorale mirata, espressiva e piuttosto comprensibile. Ora “DEVI”, signor sindaco, perché la gente di Rieti ha inteso affidarti un compito che per molti appare ingrato, quasi fosse una delle peggiori punizioni, ma che potrebbe essere meno pesante di quanto ciascuno di noi riesce ad immaginare. Girando per la città ho registrato una specie di virus, un contagio negativo nei confronti della vecchia e oltrepassata Giunta, un senso di negatività al massimo livello esplosa, poi, nel decidere tra i due competitori. Hai vinto, caro Simone, hai vinto bene ma ora dovrai dare seguito a quello che ti ha portato nell’ufficio al secondo piano di Palazzo Comunale. Lo dico da non reatino ma solo di residenza, da persona che opera nella tua città e può avere un occhio critico diverso dai tuoi concittadini. Rieti intende voltare pagina e lo farà attraverso un sindaco che, almeno leggendo i programmi, ha la voglia di far cambiare il corso delle cose nonostante conosca alla perfezione le grandi difficoltà che gli si prospetteranno. Non è importante da dove partirà il progetto-Petrangeli, l’importante è che prenda il via presto, sia efficace e dia delle risposte concrete a tutte quelle persone che hanno deciso di cambiare. Sono convinto che Petrangeli possa davvero diventare, ed essere, il sindaco di tutti per il semplice fatto che ha preso voti e consensi dappertutto: da sinistra a destra, passando per i centristi che di fatto si sono auto-esclusi e forse hanno fatto pure bene. Ora “DEVI” signor sindaco, perché questa città ha bisogno di essere resettata in tante sue espressioni. Non sono un’analista politico, e nemmeno lo voglio sembrare, ma la sensazione respirata in questi giorni lascia trasparire un entusiasmo controllato ma foriero di positività. Ora “DEVI”, signor sindaco perché nelle tue idee c’è molto pragmatismo e poche barzellette. Conosci la realtà e la stai facendo conoscere alla tua città. Quella città che, 67 su 100, ti ha voluto premiare per il tuo spirito, per la tua passione e per la tua irrefrenabile voglia di nuovo. Ora “DEVI” signor sindaco, e cerca, caro Simone, di non tradire. Questa gente, questi giovani e questa realtà contano su di te. Buon lavoro. Foto: Emiliano GRILLOTTI © 24 Maggio 2012