(el.fa.) Continua il calvario di Erminio Paolucci (leggi) che ancora vive in una roulotte in queste sempre più fredde giornate invernali. Cos’è cambiato? Niente. Sembrava che qualcosa si fosse mosso (leggi) ma così non è.
Il Comune di Posta, infatti, circa un mese fa, aveva dato la residenza al 65enne ma in questi giorni l’ufficio anagrafe gli comunica che “la richiesta non è stata accolta – si legge nella lettera consegnata a Paolucci – perché, da informazioni assunte dal Comando di Polizia Municipale è emerso che la suddetta persona non ha la dimora abituale in questo Comune”. Una tegola per Erminio ma anche per tutte quelle persone amiche che lo stanno aiutando. “Perché – chiede Paolucci – questo voltafaccia? Non lo sapevano che vivo in una roulotte senza numero civico?”.
Al momento dell’ispezione, Paolucci si trovava con la roulotte, all’interno di un territorio privato di un suo conoscente che, dopo la notizia dei suoi evidenti disagi, gli ha offerto un pezzo di terra e un po’ di corrente nella frazione di Figino, nel Comune di Posta. “Ho parlato con la polizia municipale quando hanno fatto i controlli – spiega Erminio -. Lo dico perché corre voce che non fossi presente al momento del loro passaggio. Ricordo ancora la battuta sul fatto che non avessi un numero civico e che non potevano registrarlo sul modulo come da prassi”.
A un certo punto l’ospitalità offerta è finita ma fortunatamente, mentre si attendeva una soluzione da parte dei servizi sociali, c’è stato l’immediato intervento e supporto di famiglie e associazioni di volontariato
che hanno pensato di collocarlo “provvisoriamente” nella frazione di Piedimordenti, nel Comune di Borbona, in un’area dotata di servizio elettrico per riscaldare e illuminare la sua roulotte e fornita di un bagno non utilizzato a garanzia di un completo servizio igienico.
Il Comune di Borbona ha autorizzato il trasferimento provvisorio e comunicato che i servizi sociali (uguali per i due Comuni,) avevano avviato la pratica e che sarebbe arrivata in tempi rapidi una sistemazione dignitosa per Paolucci. Sono passate circa due settimane, non è arrivata nessuna soluzione ma solo dolorosi no.
Il Comune di Posta ha detto “no“, proponendo, di chiedere la residenza al Comune di Borbona. Anche qui la risposta è stata negativa “perché a breve – spiega Erminio – ci saranno degli interventi nell’area che mi sta ospitando e dovrò andare via. Insomma sono ancora un clandestino”.
Nel frattempo l’associazione la Via del Sale ha messo a disposizione una casetta su ruote: serve solo un’area adeguata che consenta di avere corrente, acqua, gas e una rete fognaria. “Una bella notizia ma come faccio con la residenza?” chiede Erminio.
A fronte di una situazione che non trova fine sono stati contattati i sindaci di Borbona, Maria Antonietta Di Gaspare, e Posta, Serenella Clarice: entrambe disponibili a fare il punto. “In realtà non è una questione di residenza – ha spiegato il sindaco di Borbona –perché i servizi sociali che fanno capo alla Comunità Montana sono sovracomunali e stanno operando per arrivare ad una soluzione indipendentemente dal Comune che rilascia l’autorizzazione di residenza”.
“A monte di questo lavoro – continua il sindaco – c’è un percorso di accertamento necessario perché esistono delle normative che devono essere rispettate e che assicurano risultati che non sono un tamponamento ma una concreta e definitiva sistemazione. Stiamo intervenendo in maniera strutturale con i servizi sociali”. Perché il signor Paolucci non è rientrato tra coloro che hanno ottenuto benefici legati all’evento sismico?
“Ci stiamo provando ma è difficile perché non ne ha diritto in quanto al momento dell’emergenza il signor Paolucci era residente nel Comune di Monteleone Sabino e non ha dimostrato che durante la prima scossa del 24 agosto 2016 era sul territorio”.
Sul discorso Erminio ha ribadito che un mese prima del sisma era tornato nel suo paese di origine, Bacugno, ospite dal suo amico Tonino Colonna che vive a Picciane, una frazione di Posta”. La conferma è arrivata dalla diretta voce dello stesso Colonna.
In ogni caso l’intento è quello di sostenere una situazione di marginalità. “Stiamo cercando di vedere se è possibile rientrare in un percorso amministrativo che dovrebbe portare nell’arco di 10 giorni alla concessione di una Sae, altrimenti siamo già attivi con il Comune di Posta per trovare una collocazione alla casetta su ruote. A tal proposito gli uffici tecnici stanno lavorando perché non è cosi semplice perché va trovato il terreno, che deve essere di proprietà comunale dove non ci sono vincoli per installare una casa temporanea” conclude Di Gaspare.
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Disponibile anche il sindaco di Posta che, ha subito verificato il caso e spiegato che la lettera dove si respinge la residenza dipende da quanto riferito dall’ufficio vigilanza del Comune ossia che al momento dei controlli Paolucci si sarebbe trovato su un terreno ricadente nel Comune di Borbona. Una “verità” che contrasta con quella di Erminio e altri testimoni che hanno spiegato come in quel preciso momento si sarebbe trovato nella frazione di Pigino, a Posta.
“Tuttavia – conclude Clarice – vogliamo aiutare il signor Paolucci per reinserirlo nella terra dove è nato e come rappresentanti del territorio stiamo facendo il possibile”. Erminio, con i suoi 65 anni fatica a trovare lavoro: ce la sta mettendo tutta ma ha bisogno di una mano risolutiva.
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