Il pronto soccorso è una delle aree a maggiore complessità di un ospedale; l’accesso al PS è traumatico per tutte le fasce d’età ma, soprattutto, per gli anziani. Nell’attuale società, la popolazione ultra65enne è in costante aumento e, rappresenta (nei nostri territori) circa il 25% della popolazione generale; in questa fascia, il rischio di demenza è pari al 6-7%; i malati di demenza stimati sono circa 3.000 unità. E sono gli anziani che soprattutto accedono al PS.
Da alcuni dati a disposizione, a Rieti, il 35% degli afferenti sono soggetti ultra65enni; di questi, il 47% viene ricoverato prevalentemente in reparti medici; non abbiamo dati precisi di quanti di questi pazienti, siano affetti da demenza; alcuni dati nazionali parlano di percentuali vicine al 12%. Se un anziano, abitualmente affetto da più malattie croniche, è per definizione un soggetto fragile, un malato di Alzheimer o altra forma di demenza, è il più fragile tra i fragili!
Pensate ad un malato di questo tipo, che ha una patologia acuta o altra patologia cronica che si è riacutizzata, posto in una sala d’attesa, dopo l’accesso al “Triage”, aspettare il suo turno per essere visitato; i rumori, le voci, i lamenti, gli spazi ristretti, la forzata immobilità di una sala d’attesa, sono per lui incomprensibili, minacciosi; ha paura, non comprende quello che gli succede né quello che avviene intorno a lui; ed allora si agita, tenta di scappare; può diventare aggressivo. I familiari, quando ci sono (alcuni malati vengono portati direttamente dalle RSA o dalle Case-Famiglia) hanno difficoltà nel gestirli.
E’ per questo (e non solo) che è stato messo a punto un protocollo denominato Progetto Anchise – attivo dal 27 dicembre – che vede la collaborazione tra l’Associazione Malattia Alzheimer di Rieti (AMAR) e la Direzione Sanitaria ASL/RI, cui hanno partecipato anche la locale U.O. di Neurologia e la Medicina e Chirurgia di Accettazione ed urgenza dell’Ospedale de Lellis di Rieti in cui si è deciso di operare nel seguente modo:
- il malato affetto da demenza (utile portare la documentazione medica che lo attesti), dopo l’accesso al TRIAGE, viene immediatamente portato, accompagnato dal familiare o caregiver, in una stanza dedicata (dove potrà attendere il suo turno, in un ambiente più tranquillo e confortevole);
- compatibilmente con le attività del PS (i codici rossi hanno priorità assoluta) avrà una via preferenziale (verrà visitato il più presto possibile);
- i medici cercheranno di ridurre al minimo possibile i ricoveri (che, se non indispensabili, in questi malati, sono altamente deleteri);
- si cercherà di concretizzare un rapporto tra l’ospedale ed il medico di famiglia;
- poiché molti anziani possono avere una qualche forma di demenza, ancora non diagnosticata, a tutti i soggetti ultra75enni, verrà somministrata una scheda (TRST) che permetterà d’individuare una forma di demenza latente. Quelli che risulteranno positivi, seguiranno il percorso sopra indicato,
- saranno inoltre presenti preso il PS (per il momento, solo nei turni mattutini) i volontari ed i ragazzi del Servizio Civile di AMAR, per supportare ed assistere questi pazienti e, soprattutto, per quelli privi di accompagnamento.
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