Da oggi è pienamente operativo l’obbligo di indicare sulle etichette l’origine del latte e dei derivati – come yogurt, formaggi, burro, mozzarelle – per impedire che siano spacciati per italiani prodotti ottenuti con latte estero. È scaduto infatti il termine dei 180 giorni concessi dal decreto ai produttori per smaltire le scorte di confezioni con il sistema di etichettatura utilizzato prima della entrata in vigore della legge. “Il consiglio ai consumatori è di verificare la provenienza del latte venduto nei cartoni come di quello usato come ingrediente nei prodotti lattiero-caseari. La disposizione si applica al latte vaccino, ovi-caprino, bufalino e sarà riconoscibile in etichetta – spiega il presidente della Coldiretti di Rieti, Enzo Nesta – con le diciture che devono precisare obbligatoriamente il paese di mungitura, come anche il paese di confezionamento e trasformazione”.
Se il processo produttivo avviene tutto in un solo paese, l’obbligo di indicare l’origine potrà essere assolto indicando il nome del paese di origine. Se le operazioni avvengano in paesi diversi, ma comunque membri dell’Unione europea, si potrà utilizzare la dicitura Ue. La scritta sarà invece paesi non Ue per il latte o derivati lavorati fuori dalla comunità.
“Raccogliamo i frutti della mobilitazione messa in campo per tutelare dalle imitazioni, contraffazioni e mistificazioni commerciali uno dei prodotti simbolo dell’agricoltura nazionale. Ora – aggiunge Roberto Scano, direttore della Coldiretti di Rieti – possiamo valorizzare, anche ai fini del reddito delle aziende zootecniche, un prodotto di qualità e assoluta sicurezza alimentare, visto il numero delle ispezioni cui sono sottoposti i nostri allevamenti, i più controllati. Non a caso disponiamo della rete di veterinari più estesa d’Europa”. Un risultato che tutela le aziende, sostiene i produttori, preserva i 50 formaggi italiani a denominazione di origine protetta, favorisce la trasparenza a vantaggio dei consumatori. “L’indicazione obbligatoria della provenienza – conclude Ivano Capannini, delegato della direzione regionale – mette fino all’inganno del falso italiano. Finora 3 cartoni di latte uht su 4 venduti in Italia contenevano materia prima importata, come con latte o cagliate provenienti dall’estero si produceva la metà delle mozzarelle, tutto ciò senza che i consumatori ne fossero informati”.
Foto: RietiLife ©