(pa. gio) Doveva essere un semplice “disavanzo tecnico”, o almeno così lo hanno più volte definito il sindaco Davide Basilicata e la sua maggioranza consiliare. Col passare dei giorni, però, si ha sempre più l’impressione che l’eredità del piano di rientro dal maxi-debito approvato dall’amministrazione comunale lascerà, in termini di servizi ridotti, quando non addirittura persi o rimodulati al ribasso, un’eredità ben più seria di un semplice “tecnicismo”.
Così, dopo le tante difficoltà già incontrate e affrontate sui servizi a domanda individuale, sugli affidamenti e sulle gestioni, e su alcune gare bandite, affidate e poi revocate – vedi alla voce canile, vicenda che sfocerà in un nuovo contenzioso legale per l’Ente – spunta fuori l’imminente chiusura del servizio “sperimentale” del Punto di Primo Accesso, la cui scadenza è prevista per il 31 dicembre. Di molto in anticipo rispetto ai 3 anni stabiliti dal contratto tra il Comune di Fara e la società di servizi appaltatrice. E le cause, pare proprio, sono da attribuire alla mancanza di coperture economiche.
La vicenda è stata ricostruita (e denunciata) dai consiglieri di minoranza del gruppo Fara Bene Comune, che attraverso una nota ripercorrono le fasi salienti dell’affidamento, e della successiva revoca, prevista per la fine dell’anno: “Il servizio dipunto di primo accesso, tanto pubblicizzato ed elogiato dal sindaco Davide Basilicata sulla sua pagina Facebook, nella quale lui stesso celebrava l’attivazione ‘in via sperimentale’ del servizio, è stato in realtà appaltato con la firma del contratto lo scorso 28 marzo, quando il Comune era già entrato nella fase di riaccertamento straordinario – scrivono in una nota i consiglieri Gabriele Picchi, Danilo Maestri e Paolo Spaziani – il contratto, secondo quanto previsto. ha una durata triennale, e già questo lascia intendere quanto sia originale il concetto di ‘sperimentale’ decantato da questa amministrazione. Ciò nonostante, l’impegno di spesa per questo servizio, all’approvazione del bilancio preventivo 2017, è di soli 29mila 261 euro, a fronte dei circa 40mila euro che servirebbero per arrivare a copertura almeno fino a dicembre, sempre secondo contratto. Passa il tempo, il servizio inizia a partire dal primo agosto scorso, e si arriva al 20 settembre, quando noi consiglieri di Fara Bene Comune, con un accesso agli atti, chiediamo formalmente di capire come si intende pagare il servizio. Dopo soli due giorni dalla nostra iniziativa – proseguono i tre consiglieri di minoranza – l’ufficio comunicava alla ditta appaltatrice che il servizio cesserà in data 31 dicembre, e in caso di non accettazione di questa modifica contrattuale, il Comune rescinderà unilateralmente l’accordo”.
Non finisce qui. “Il 26 settembre la società di servizi risponde al Comune, accettando le richieste e concordando la fine del servizio alla fine dell’anno, dimezzando sia lo stesso sia il personale impiegato”. L’ennesimo pasticciaccio operato dall’amministrazione Basilicata, questo almeno è il giudizio del gruppo Fara Bene Comune, che punta il dito contro la maggioranza: “Vedendo la cifra impegnata, che si poteva utilizzare per mille cose più urgenti, la scadenza anticipata a dicembre e la notevole riduzione dei servizi offerti, questa operazione che inizia e finisce nell’arco di 5 mesi altro non è che un inutile spreco di denaro pubblico”.
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