Centinaia di persone sabato all’Archivio di Stato per l’iniziativa riguardante i paesaggi umbro sabini di Leonardo Da Vinci. Tanta gente che la sala conferenze dell’istituto reatino non è riuscita a contenere, ne è stato sufficiente lo spazio esterno che era stato appositamente amplificato.
Un segnale importante che testimonia come la gente abbia colto il messaggio che non è solo è di conoscenza, ma anche di opportunità di questa iniziativa. Scoprire che alcuni dei paesaggi dipinti da Leonardo appartengono al reatino non è cosa secondaria anche per una ridefinizione dell’identità turistica del nostro territorio.
Lo ha detto con chiarezza il direttore dell’Archivio di Stato di Rieti Roberto Lorenzetti nel presentare il lavoro di Luca Tomio e la stessa cosa ha fatto la direttrice dell’Archivio di Stato di Terni Elisabetta David ripercorrendo la lunga vicenda della cascata delle Marmore, anche questa raffigurata da Leonardo.
Entrambi hanno introdotto la conferenza di Luca Tomio, lo storico dell’arte a cui si deve l’interessante scoperta.
Un tema importante tutt’altro che definito e che necessità di ulteriori approfondimenti e verifiche in diverse sedi di ricerca compreso l’Archivio Segreto Vaticano, non tanto per convalidarne la veridicità ampiamente attestata anche da autorevoli studiosi come il professori Prosperetti, Scoppola e Sgarbi, quanto per misurarne con esattezza la portata.
Tomio si è soffermato a lungo su questa questione testimoniando l’intreccio tra il lavoro della bottega del Verrocchio con il Perugino e Leonardo da Vinci in una narrazione avvincente carica di passioni e misteri. Non poteva esserci iniziativa migliore per celebrare le Giornate Europee del Patrimonio dedicate quest’anno proprio al paesaggio. Intanto le iniziative all’Archivio di Stato di Rieti si susseguono con intensità.
Proprio in questa occasione il direttore Roberto Lorenzetti ha annunciato la prossima iniziativa dell’8 ottobre nella quale sarà inaugurata una mostra dove saranno per la prima volta esposti i più importanti documenti recuperati nell’ultimo terremoto di Amatrice-Accumoli. E’ la prima volta che il patrimonio culturale recuperato nel sisma sarà messo in mostra e non sarà di certo l’ultima.
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