(a.l.). L’appuntamento è domenica alle 20,30 da “Checco al Calice d’oro”: una cena con il candidato sindaco del centro sinistra Simone Petrangeli “per pregustare la buona politica”. Il menù è gagliardo – assaggi di cambiamento per antipasto, fregnacce della vecchia politica per primo, per secondo bollito di destra in salsa verde, programma fresco di giornata e crema di politica fatta in casa – ma rischia di rivelarsi un po’ indigesto per il conto. Fanno 100 euro a testa, in quello che d’altronde è il tempio gastronomico dell’alta borghesia cittadina. E’ una cena con sottoscrizione, vero, vale a dire non è una “mangiata gratis” per sollecitare il voto ma serve al candidato per raccogliere contributi dagli elettori. Però in tempi di crisi nera per la politica e nerissima per la gente, chiedere soldi a botte di 100 euro seduti al “Calice d’oro” non è proprio un bel segnale. Se poi arriva da sinistra è ancora più inquietante. Il tema “cene” d’altronde non è mai stato come in questi giorni all’attenzione dei media, per i conti salatissimi dei politici quasi sempre pagati da altri (chissà perché). E persino su scala locale c’è stato chi ha detto basta con le cene (Silvio Gherardi, Terzo Polo), perché “bisogna parlare alla testa e al cuore della gente, non alla pancia”. Nemmeno se ai fornelli ci sono i maghi del “Calice d’Oro”. Foto: Emiliano GRILLOTTI © 21 Aprile 2012