“Vasco Errani concluderà il mandato a settembre come previsto. Colgo l’occasione per ringraziarlo, ha fatto davvero un ottimo lavoro”. Paolo Gentiloni si rivolge così al commissario per la ricostruzione del terremoto in Centro Italia, confermando che il 9 settembre terminerà il suo incarico.
E l’ex governatore dell’Emilia Romagna conferma: “Lascio perché è scaduto il mio mandato, non per questioni di poltrone” (Leggi). Ribadisce infatti che “il 9 settembre scade il mio contratto. Io ringrazio Gentiloni e Renzi, con i governi e i premier c’è stato il massimo della collaborazione. Era una cosa chiara ed è finita perché era previsto che il mio ruolo si chiudesse con la scadenza del contratto”.
Il premier chiarisce poi che “ci sarà un nuovo commissario” a cui andrà la responsabilità della ricostruzione dopo l’addio di Errani, e indica inoltre in che modo le responsabilità del commissario saranno redistribuite spiegando: “Il governo continuerà a svolgere un ruolo di coordinamento in un sistema che si evolverà con una maggiore responsabilità di Regioni e territori”.
Aggiunge che, nonostante i grandi sforzi e le risorse di “numerosi miliardi” stanziati per la ricostruzione, “non tutto sta marciando alla velocità necessaria” (leggi). Per questo, spiega, “rivolgo oggi il mio invito come capo del governo a tutte le amministrazioni, dalle Regioni ai Comuni, a fare il massimo sforzo e ad assumersi le responsabilità per accelerare le procedure“. Poi precisa che “siamo al lavoro per superare i ritardi”.
Errani smorza poi le polemiche dicendo che “si può vedere il percorso in tanti modi, ma l’unica cosa da non fare è cadere in semplicismi: 4 terremoti di queste dimensioni in un territorio così ampio hanno prodotto conseguenze davvero rilevanti. La verifica dei danni è ricominciata tre volte”. E assicura che non ci sono retroscena, dicendo: “E’ da tempo che sottolineo che, fatto l’impianto, la ricostruzione è del territorio che in primo luogo deve assumere la gestione del processo e credo che l’impianto lo consenta. Questa è la verità, è semplice, non ci sono retroscena, non c’è stata una discussione nel governo”.
Afferma poi di prendere “atto di altre interpretazioni” sul suo addio, ma assicura “che sono sinceramente sereno e d’altra parte quando fui nominato si diede un’interpretazione politica e ora si dice che me ne vado per una poltrona. Chi mi conosce sa che questo non fa parte della mia storia”. (Fonte: www.tgcom24.mediaset.it)
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