Ancora una volta l’amministrazione comunale corre ai ripari in extremis di fronte ad una situazione di urgenza, relativa alla scadenza della prima rata di pagamento della tassa sui rifiuti, meglio conosciuta come Tari. Prorogato al 15 agosto il termine inizialmente fissato per ieri, di fatto una presa d’atto dei ritardi nella spedizione dei bollettini. Che sono due, rispetto alla suddivisione in tre rate optata nel 2016. E anche questa, in un certo senso, è una diretta conseguenza della procedura di riequilibrio finanziario avviata dall’ente, che ha portato ad un ritardo nell’approvazione del bilancio, e quindi ad una corsa contro il tempo per riscuotere la Tari.
Tassa che non solo si pagherà su due e non su tre rate – con tutte le conseguenze del caso, in relazione al peso sulle economie delle famiglie – ma che porta già al suo interno un aumento generalizzato dell’imposta. Senza contare che, nonostante l’avvento della raccolta differenziata, tra il 2015 e il 2016, sono ancora parecchie le lacune mostrate dal servizio. In primis la raccolta di rifiuti ingombranti, che di fatto non viene quasi più svolta da Avr, la società che svolge il servizio di igiene urbana per conto del Comune. Anche su questo non sono mancate segnalazioni e richieste di chiarimento alla maggioranza di centrodestra. Che però, dal canto suo, barricata dietro la virtualità dei profili social di Comune e dei vari amministratori, continua a non dare alcuna risposta.
Incredibile poi la differenza di atteggiamento degli amministratori di Fara Sabina, veloci come la luce a rispondere a quanti, su Facebook, ringraziano per la comunicazione, non pervenuti quando si tratta di dare risposte su questioni come la latitanza della raccolta degli ingombranti, o la raccolta dei rifiuti indifferenziati nei pressi della stazione ferroviaria di Passo Corese, che dovrebbe essere di competenza (e con i relativi oneri) di Rete Ferroviaria, e che invece viene caricata interamente sulle tasche dei contribuenti. (Paolo Giomi – dal Corriere di Rieti)
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