“Tu chiamale se vuoi, emozioni” sembrava riecheggiare nella Saletta dei Ricordi dedicata ad una giovanissima Marcella Mariani, scomparsa giovanissima dopo essere stata incoronata Miss Italia nel 1953. “Emozioni” il grande Lucio Battisti da Poggio Bustone – il paesino qualche chilometro più a valle del luogo del ritiro giallazzurro – l’avrebbe dedicata senza indugi a questo amarcord dolcissimo, intenso, commovente, emozionante. A questo gemellaggio Superga-Terminillo – nel ricordo di due tragedie aeree che squassarono l’Italia del Dopoguerra – tra la fede granata del Grande Torino scomparso nella tragedia della collina sopra la città Sabauda e il ricordo indelebile delle vittime cadute sul Monte Terminillo. Il punto di contatto di questa idea degli organizzatori nelle persone di Antonio Tavani – fondatore della Saletta dei Ricordi – e Stefania Santarelli – dirigente del Liceo Scientifico Sportivo Jucci di Rieti – è stato il tecnico del Frosinone, Moreno Longo. Che Tavani, nel suo discorso ha ‘incoronato’ «testimonial per sempre di questo evento». Longo è arrivato nella Saletta con il dg Salvini e il team manager Milana dopo aver percorso un centinaio di metri dall’Hotel Togo dove è alloggiata la truppa canarina. Ad attenderlo una quarantina di persone.
Longo si è soffermato a lungo ad osservare a fotografare le immagini, i ricordi di quei giorni terribili per tutta l’Italia, quando a sei anni di distanza morirono 50 persone. Prima il Grande Torino (31 morti, il 4 maggio del 1949), dominatore dei campionati dell’immediato Dopoguerra e poi 29 vittime di quel DC-6 della Sabena schiantatosi il 13 febbraio 1955 in località Costa dei Cavalli sul Monte Terminillo: su quell’aereo c’era la giovanissima e bellissima Marcella Mariani alla quale, appunto, è dedicata la Saletta dei Ricordi. Il tecnico, sempre sorridente di solito, inevitabilmente si è commosso. E con lui tutti i componenti dello staff giallazzurro. E’ stato la prima volta quando il presidente onorario Antonio Tavani ha aperto la strada al giro del Museo.
Emozione e commozione dicevamo senza soluzione di continuità, quando – questa volta nella Sala ‘Luchino Visconti’ – successivamente è stato proiettato un video, prima delle parole dell’allenatore del Frosinone. Immagini in Rvm nel quale un giovanissimo Moreno Longo esordiva con la maglia della squadra del cuore in un Milan-Torino di serie A. Granata allenati da Nedo Sonetti, rossoneri da Fabio Capello. Vinse il Milan 5-1. Era il 23 aprile del 1995. E poi sono passate le immagini delle vittorie del Torino Primavera, scudetto e Supercoppa entrambe conquistate contro la Lazio.
L’intervento di Longo è stato introdotto dall’addetto stampa della Saletta dei Ricordi. Un intervento breve perché c’erano gli allenamenti ad attendere il tecnico ma sottolineato da applausi scroscianti alla fine. «Queste che abbiamo visto nella Saletta sono immagini che riescono a durare nel tempo. Trovate in me grandissima solidarietà. Essendo legato alla tragedia di Superga, posso comprendere cosa c’è intorno a questa iniziativa così toccante e bella. La mia prima sensazione è indubbiamente positiva. Questo è un Museo dove si può tastare con mano tutto l’accaduto, lo percepisco in maniera molto reale. Ho visto nel passato altre rappresentazioni altrove, qui posso dire di trovarmi di fronte a quanto è tragicamente accaduto. In altre parti la ricostruzione non era così reale. Per me un grande onore poter essere qui con voi».
C’è stato quindi l’intervento del presidente Tavani. Rievocativo, ha toccato anche le frasi di due grandi del giornalismo, Giampaolo Ormezzano e Gianni Brera: «Sono felicissimo di avere qui la presenza del Frosinone attraverso il direttore generale dottor Salvini del quale mi onoro e mi permetto di essere amico e di mister Longo che, annuncio, sarà il testimonial per sempre di questo museo. Questo filo conduttore con la Storia non si potrà mai più staccare. E come diceva una frase di Giampaolo Ormezzano al museo di Grugliasco, parole dette ancora prima da Gianni Brera e poi sposate in pieno dallo stesso Ormezzano, “che la vera tragedia non è morire ma dimenticare”, noi diciamo che non la faremo dimenticare per nessun motivo. E se proprio vogliamo andare ad assumere un atteggiamento d’annunziano, D’Annunzio diceva che “chi muore ha il privilegio di morire mai più”. Su questa frase vorrei ringraziare tutti i presenti».
Quindi è stata la volta del Responsabile dell’Area Tecnica del Frosinone, Salvini che un’ora dopo era atteso nella sala del Consiglio Comunale di Rieti dove c’era ospite anche il presidente Stirpe: «Io sono stato coinvolto in questa iniziativa dall’amico Antonio, una persona – ha detto Salvini – da una cultura immensa. Ma ha anche doti nascoste, un cuore grande, che ha fatto la differenza. Non credo che ci siano, in tutta la provincia di Rieti, molti amanti di questo territorio come l’amico Antonio Tavani. E quello che vediamo ne è la dimostrazione tangibile. Per quanto riguarda il discorso legato alle due tragedie, ho fatto una prefazione nel libro di Antonio dove ho cercato di trovare punti di contatto e non è stato difficile farlo. Però eventi negativo come questi poi danno anche la possibilità alle persone col cuore grande di ricordarlo e di non far dimenticare mai quelle persone che hanno pagato con la vita le tragedie. Per questo alla Saletta dei Ricodi il Frosinone dona la maglia di un altro figlio di questa provincia, il nostro Federico Dionisi». Applausi senza fine. “Tu chiamale se vuoi, emozioni”…
Foto: FROSINONE CALCIO ©