Oggi all’Aran cominciano le trattative dei comparto sicurezza e le organizzazioni sindacali della Polizia Penitenziaria interrompono da domani le trattative con il DAP.
“Da Perugia a Verona, da Prato a Piacenza, da Rieti a Cassino, da Frosinone a Gorgona: sono solo alcune delle realtà in cui sono in atto mobilitazioni da parte del personale di Polizia penitenziaria a causa di condizioni di lavoro sempre meno sopportabili – scrivono i sindacati – Una serie di aggressioni violente nei confronti del personale, si stanno registrando all’interno dei reparti penitenziari, generando allarme fra il personale, nell’apparente disinteresse dell’Amministrazione Penitenziaria e del mondo politico in generale e senza che la stessa Amministrazione dia segno di voler correggere in alcun modo i percorsi custodiali attivati da qualche tempo”.
“È ancora udibile – aggiungono le organizzazioni – l’eco dei grandi proclami progettuali che accompagnarono l’epocale scelta di introduzione di un nuovo sistema di sorveglianza all’interno dei penitenziari italiani; la sorveglianza dinamica che ben presto si è trasformata in un sistema di celle aperte, determinando per questa via rischi e inefficienze potenzialmente pericolose. Troppi gli episodi di violenza che non possono più assimilarsi a rischi collaterali del nostro mestiere. Ma l’Amministrazione non accenna ad agire e sembra voler abbandonare il personale al proprio destino. La stessa Amministrazione nemmeno è intervenuta a smentire i gravi concetti veicolati dalla stampa di recente”.
“Nulla si muove, non si portano a conclusione le materie affrontate e la quotidianità, specialmente nelle periferie, si snoda sulla speranza che le condizioni non peggiorino. Questi i motivi che inducono le scriventi Organizzazioni Sindacali rappresentative del Corpo a interrompere le relazioni sindacali con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria a decorrere dal giorno 26 luglio 2017 e ad organizzare nel contempo le forme di sostegno alle rivendicazioni consentite di cui si darà successiva comunicazione. Rebus sic stantibus, a margine della presente, le scriventi chiedono un incontro urgente con il ministro della Giustizia per le condizioni operative in cui versa il Corpo”.
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