G. sta al telefono con il geometra della sua stessa ditta, L.S., anche lui ai domiciliari. S. – si legge nell’ ordinanza – gli racconta quello che ha detto a L.P., dipendente del Mibact Abruzzo, a sua volta ai domiciliari, dopo il
terremoto di Amatrice: «Se ti posso essere utile, voi fate l’elenco, mo’ dovete fare uno screening dei beni sotto vostra tutela: se vi serve qualcosa per i puntellamenti, via dicendo, noi siamo a disposizione», racconta S. a G., che ride più volte.
«Siamo strutturati, abbiamo una struttura potentissima e abbiamo bisogno di fare qualcosa per tenerci attivi. Abbiamo chiuso un po’ di cantieri e abbiamo diciamo una cinquantina di unità lavorative che non so dove c?o mandarle».
Come si legge nelle 183 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice Giuseppe Romano Gargarella, dopo le nuove scosse di terremoto «gli imprenditori monitorati da questo ufficio, tra i quali hanno assunto un comportamento particolarmente cinico i rappresentanti della società l’ Internazionale, hanno cercato nuovi incarichi, grazie ai rapporti diretti con i pubblici funzionari».
S., riassume il Gip, spiegava al suo datore di lavoro «che presso il Mibact era stata creata un’unità di crisi per valutare i danni ai beni architettonici. G., sentite le parole di S. – prosegue G. – ha riso in maniera beffarda della nuova situazione venutasi a creare, in quanto per l’impresa il nuovo sisma non avrebbe potuto che portare nuovi introiti, tanto più se l’appoggio di P. e M. (altri due arrestati,
ndr), funzionari del Mibact e inseriti nell’unità di crisi, non sarebbe venuto meno». (ANSA).
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