L’Associazione Produttori della Lenticchia di Rascino lancia l’allarme, la siccità mette a repentaglio l’intero raccolto della omonima lenticchia.
“Purtroppo i cambiamenti climatici, ai quali stiamo assistendo, stanno presentando il conto in maniera sempre più evidente, è il terzo anno consecutivo che la produzione della lenticchia è inferiore alle aspettative e, in quello in corso, si rischia addirittura di non riuscire a produrre neanche la quantità necessaria per la semina; c’è stata una gelata a metà aprile alla quale è seguita la mancanza di pioggia che ancora persiste e la concomitanza dei due eventi ha impedito il corretto sviluppo delle piantine i cui baccelli stanno arrivando a maturazione con quasi un mese di anticipo pur essendo rimasti piccoli e semivuoti” dicono i produttori.
“Naturalmente l’antica saggezza dei produttori mette al riparo dal rischio di estinzione del prodotto perché c’è la consolidata abitudine di conservare comunque delle scorte di seme che consentono di fare fronte a questo tipo di avversità, tuttavia la scarsità del raccolto mette a dura prova la caparbietà dei produttori che tentano faticosamente di mantenere la produzione di questo splendido legume. La lenticchia di Rascino che, per le sue caratteristiche e qualità, è stata riconosciuta come presidio Slow Food ed è ancora oggi l’unico della Provincia di Rieti. è una produzione fondamentale e qualificante per una realtà territoriale, come la Piana di Rascino e tutto il Cicolano, economicamente debole ma ricca di una natura incontaminata e di una biodiversità animale e vegetale di assoluto rilievo” aggiungono.
“Il lavoro della Associazione dei Produttori, che ad oggi conta oltre 25 soci, sta iniziando a dare i suoi frutti: ha definito un rigido disciplinare di produzione che, con il supporto del Presido Slow Food, garantisce la conservazione e la qualità del prodotto e sta portando avanti un’intensa un’attività di promozione che sta facendo si che la Lenticchia di Rascino venga conosciuta e apprezzata ovunque per le sue qualità e per il suo sapore. La quasi completa perdita del raccolto di questa stagione rischia di compromettere gli sforzi fatti negli ultimi anni e di mettere in ginocchio un’economia che faticosamente si sta cercando di costruire. L’Associazione con l’appoggio del Sindaco del Comune di Fiamignano, Carmine Rinaldi, si sta attivando per chiedere lo stato di calamità naturale e a tale scopo il Sindaco ha già avuto contatti con l’Arsial e la Coldiretti, a breve un incontro con gli enti competenti” concludono. Foto: RietiLife ©