dav

In Federlazio si parla di qualità aziendale e sicurezza sul lavoro

Si è svolto presso la sede della Federlazio di Rieti, il seminario gratuito “Sicurezza sul Lavoro e Qualità Aziendale: Obblighi da rispettare e vantaggi per le imprese”. Il seminario, valido come aggiornamento per ASPP, RSPP e RLS, è stato organizzato da Federlazio e Opras (Organismo Paritetico Regionale Ambiente e Sicurezza promosso da Federlazio e le Organizzazioni territoriali di Cgil, Cisl e Uil).

L’incontro, moderato dal Direttore di Federlazio Rieti, Davide Bianchino, ha visto la presenza, come relatori, di Luigi Battisti (Consulente sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro) e di Paolo Ferrarini, Sales Manager di Blulink (partner Readytec).

Molti gli argomenti trattati nel corso del seminario e tutti di notevole interesse per le imprese. Dopo un cenno sulla “responsabilità amministrativa”, secondo quanto previsto dal D.Lgs. 231/01, è stato toccato il delicato tema dei costi sociali ed economici dovuti alla “insicurezza” in azienda. Secondo dati Eurispes, considerando un costo per singolo infortunio di circa 50.000 euro, i costi degli infortuni in Italia (37 ogni 1000 occupati) superano i 43,8 miliardi di euro, pari al 2,8% del Pil italiano. Si stima che la riduzione del numero di infortuni sul lavoro potrebbe generare un risparmio economico compreso tra 438 milioni di euro (diminuzione dell’1%) e quasi 4,4 miliardi di euro (diminuzione del 10%).

Sono state poi elencate le motivazioni che fanno di una corretta strategia di sicurezza e salute occupazionale, una componente fondamentale per l’efficienza di una azienda. Te le altre: protegge e arricchisce l’immagine e il valore del marchio; aiuta a ottimizzare la produttività dei lavoratori; crea una forza lavoro più competente e sana; riduce i costi aziendali e le interruzioni dell’attività; consente alle aziende di soddisfare le aspettative dei clienti in materia di SSL.

Nel corso dell’incontro si è poi parlato della “qualità” in azienda, in particolare dei costi dovuti alla NON qualità in azienda e su come individuarli ed evitarli. Tali costi si suddividono principalmente in due categorie: la somma dei costi sostenuti per programmare, analizzare e prevenire le cosiddette “non conformità”; la somma dei costi sostenuti per la ricerca e gestione delle non conformità interne ed esterne.

Secondo una disciplina incentrata sull’analisi dei “Cost of Poor Quality” (COPQ), è possibile calcolare la differenza tra i costi attuali di produzione dei prodotti/servizi e i costi come sarebbero con il pieno soddisfacimento dei requisiti del cliente e privi di anomalie o difetti. Inoltre, si stima che i cosiddetti costi visibili (sprechi, scarti, resi dal cliente, ecc.) rappresentino circa il 5-6% del fatturato lordo, mentre i costi invisibili (ordinativi ritardati, errori di natura commerciale, ritardi forniture, turnover personale, pianificazione ritardi, ecc.) arrivano anche al 15-25% del fatturato lordo.

A questo proposito sono stati poi elencati alcuni sistemi di gestione qualità che consentono, attraverso algoritmi definibili in funzione di criteri ad hoc, di variare l’intensità del controllo in funzione dello storico delle forniture. Tradotto, significa effettuare un controllo solo dove e quando serve, ottenendo così una notevole riduzione dei costi.

L’incontro si è poi concluso con il coinvolgimento delle aziende partecipanti che hanno rivolto domande, anche su casi specifici, direttamente ai due relatori presenti. Foto: FEDERLAZIO ©

Print Friendly, PDF & Email