“L’emergenza cinghiali, con la loro avanzata fin dentro il perimetro urbano di decine di comuni per rovistare nei cassonetti dei rifiuti, richiede risposte immediate e urgenti perché i branchi non si limitano a distruggere le coltivazioni agricole, ma mettono a rischio la sicurezza stradale e sono una grave minaccia per la pubblica incolumità”.
È la denuncia di Enzo Nesta, presidente della Coldiretti di Rieti, a seguito delle segnalazioni arrivate in federazione da parte di decine di imprenditori agricoli di tutta la provincia rimasti vittime delle ripetute incursioni di fauna selvatica nei campi coltivati e perfino negli uliveti e nei vigneti dove i cinghiali scavano nel terreno, a ridosso delle piante e dei filari, compromettendo il raccolto. I danni causati alle aziende agricole sono ingenti, dell’ordine di centinaia di migliaia di euro ogni anno. Ora, visto il numero spropositato dei capi in circolazione agevolato dalla loro impressionante capacità di riproduzione e dal fatto che gli animali trovano rifugi sicuri tra la vegetazione delle aree protette, il pericolo è arrivato anche nel centro abitato delle città e mette a rischio la sicurezza delle persone.
“Paghiamo i ritardi nella adozione dei decreti attuativi della nuova legge sul contenimento della fauna selvatica che proprio Coldiretti ha sostenuto fino ad ottenerne l’approvazione in sede di consiglio regionale. A questi ritardi – aggiunge Nesta – si somma la farraginosità degli adempimenti burocratici come la sottoscrizione della convenzione tra Regione e Province per affidare alle polizie locali il coordinamento delle attività di controllo e di contenimento dei cinghiali. Convenzione che ad oggi risulta firmata solo con la Provincia di Latina. Scontiamo gli effetti di una fase amministrativa convulsa che sul territorio si traduce nella continua devastazione di campi coltivati e nella perdita di raccolti di foraggio, di grano, di favino e altre colture. Danni che, abitualmente, vengono risarciti solo in minima parte e dopo lunghi anni di attesa”.
Roberto Scano, direttore della Coldiretti di Rieti, invita gli enti locali ad una forte assunzione di responsabilità. “La soluzione al problema può arrivare soltanto da una strategia ampia e condivisa che, oltre alla Regione, agli Atc (Ambiti territoriali di caccia) e alle polizie provinciali, coinvolga anche i comuni. Invito tutti i sindaci a voler emanare proprie ordinanze per autorizzare la cattura e l’abbattimento dei cinghiali che sconfinano nei centri abitati.
Occorre coralità e copertura totale del territorio perché se la caccia straordinaria viene autorizzata a macchia di leopardo, cioè in un solo comune e non anche in quelli confinanti, è ovvio che il provvedimento non avrà alcuna efficacia”. Coldiretti chiede una brusca accelerazione sui tempi di approvazione della convenzione. “Non appena firmata la convenzione anche qui – annuncia Scano – organizzeremo una assemblea dove Regione, Provincia, Comuni e Organizzazioni professionali agricole possano, insieme, redigere un piano di interventi immediati, efficaci e risolutivi della problematica della fauna selvatica. A fine mese gli imprenditori agricoli fanno i salti mortali per far quadrare i conti delle loro aziende e sinceramente non è il caso dover continuare ad aggiungere ai costi aziendali anche le perdite economiche causate dai cinghiali”.
Foto (archivio) RietiLife ©
Ma anche no, si trovano altre soluzioni