(di Paolo Giomi) “A volte ritornano”. Mai modo di dire fu più azzeccato per descrivere l’esito del congresso del Partito democratico di Fara Sabina, che dopo la pesantissima sconfitta elettorale del 2016, dopo le dimissioni dal consiglio comunale di Carmelo Tulumello, e la conseguente dissoluzione della coalizione Fara Bene Comune, opta per un “ritorno al passato”. Quello dell’ex assessore della giunta Mazzeo, Stefano Agneni, già segretario comunale Pd nel 2011, proprio in coincidenza con la prima, clamorosa sconfitta elettorale del centrosinistra dopo un quarto di secolo.
Unico candidato alla segreteria dem, Agneni ottiene la quasi totalità dei voti, 44 su 45 votanti totali, succedendo così al segretario uscente, Marino Marinangeli, che resta nel nuovo direttivo.
Così quella grande spinta rinnovatrice evocata alla vigilia del congresso comunale diventa in realtà una “spintarella”: oltre a Marinangeli, infatti, sono tanti i volti noti anche nello stesso direttivo: c’è l’ex sindaco di Fara Sabina Tarso Venti, ci sono militanti storici come Saturnino Civica, Antonella Selli, Daniela Cruciani, Natalizia Ginelli, Giampaolo Giannetti. Non manca però una componente più giovane, che a partire da Alessandro Angelini, uno dei debuttanti nella lista a sostegno di Carmelo Tulumello, promette di portare quella ventata di novità tanto attesa, in un partito ridotto ai minimi termini dalla recente “diaspora” che ha portato alla fuoriuscita di esponenti del calibro di Mario Perilli, Vincenzo Mazzeo, Monica De Cesaris, solo per citare i più “politicamente esposti”. I quali, secondo voci di corridoio, potrebbero presto tornare alla politica attiva riorganizzandosi sotto i vessilli del nuovo soggetto di Bersani e D’Alema.
Oltre a segretario e direttivo – e commissione di garanzia composta da Alberto Mancini, Fabrizio Moscato, Simonetta Simonetti – il congresso del Partito democratico di Fara Sabina ha sottoscritto anche un documento programmatico che getta le basi del nuovo corso dem nel secondo Comune della provincia. “Negli ultimi diciotto mesi il Pd di Fara ha perseguito con forza il rinnovamento e l’unità di azione – si legge nel documento – oltre a organizzare per la prima volta nella storia del nostro comune le primarie per la scelta del candidato sindaco. Come ben sappiamo queste azioni non sono state sufficienti, ma riteniamo opportuno nel proseguire il percorso iniziato, per raccogliere in futuro i risultati del nostro lavoro, sottolineando che il rinnovamento in particolare doveva essere fatto già dal 2011, ma all’epoca in troppi si opposero. Salvemini ha detto ‘sopprimiamo la discussione, e non ci resterà che la scomunica, o il manganello, o il colpo alla nuca’. Le parole sono troppo forti ce ne rendiamo conto, ma vanno tenute a monito per tutte le volte che le forze riformiste e progressiste fanno prevalere i propri particolarismi e non le ragioni per le quali stare insieme”.
Ad Agneni, ora, l’arduo compito di rimettere insieme i pezzi del centrosinistra di Fara Sabina, o almeno tentare di farlo.
Foto: RietiLife ©