Allo stadio con il tirapugni. E’ questa la notizia di oggi, un ragazzo di ventotto anni parte da casa per recarsi allo stadio a vedere una partita di calcio, questa volta di dilettanti, ma non conta certo questo, per tentare di aggredire e offendere altri tifosi altre persone. Non mi interessa cosa scatta a livello psicologico in questo modo d’agire. Pongo l’accento su un altro aspetto: la pena. La punizione giusta a chi si rende protagonista di questi comportamenti. Mi vengono in mente le forze dell’ordine al quale va un plauso incondizionato, che con il loro filtraggio hanno evitato l’ingresso allo stadio di questo ragazzo armato, mi vengono in mente loro perche rischiano in prima persona ad ogni ordine pubblico e perche dopo ogni ordine pubblico qualcuno di loro passa giorni in ospedale. Per cosa? Per assicurare questi violenti alla giustizia. E la notizia qual’è ? Giovane denunciato per il reato di porto di oggetti atti ad offendere e forse, sottolineo forse, un provvedimento Daspo (divieto di accedere alle manifestazioni sportive). Ecco, il mio pensiero va al “rapporto Taylor” (più che alla Signora Thatcher) che vi invito a cercare e leggere. Nessuna voglia di repressione, sia ben chiaro, ma un sostanziale cambio antropologico del tifoso, di questo necessita l’Italia (e non solo): ma pena certa e dura per i reati cosiddetti da stadio. Forse è utopico ma forse sarebbe bene cominciare a cambiare. Emiliano Grillotti