La sconfitta di Arzachena ha ridotto il gap in classifica, ma non di certo la convinzione di un Rieti che resta pur sempre la prima della classe. Un solo punto di vantaggio proprio sui sardi, 2 sul Monterosi e 3 sull’Albalonga, distanze che a nove giornate dalla fine della stagione rendono interessante ed incerto un campionato che si sta rivelando equilibrato ed aperto a qualsiasi esito.
Nel quartieri generale reatino, nonostante il ko rimediato in terra sarda, regna la positività e l’ottimismo, unitamente alla consapevolezza che il Rieti può essere arbitro del proprio destino, senza dover stare a ricasco di nessuno.
Dello stesso avviso è il tecnico Fabrizio Paris, che alla vigilia della sfida casalinga col Sansepolcro, analizza il momento e indica la strada da percorrere:
“Gli scontri diretti sono partite aperte a qualsiasi risultato: con l’Arzachena all’andata abbiamo vinto in noi addirittura in doppia inferiorità numerica, stavolta hanno prevalso loro, ma lo sviluppo della gara ci ha visto protagonisti di 90’ intensi: all’appello manca un rigore solare che avrebbe potuto cambiare le sorti della sfida, poi chiaramente sui nostri stessi errori dobbiamo riflettere per migliorare. Quello che mi dispiace è aver perso subendo un gol strano: Sanna la prende male, il pallone fa un rimbalzo anomalo e Kucich è messo fuori causa. Peccato, nel complesso era una partita che se fosse finita in parità nessuno avrebbe avuto alcunchè da recriminare”.
Al netto degli episodi, diciamo che l’Arzachena ha avuto più fortuna: la squadra come ha metabolizzato la sconfitta?
“In effetti gli episodi-chiave non sono stati dalla nostra parte, ma ci può stare: dispiace perché se fossimo riusciti a lasciare l’isola indenni, tante considerazioni, tante disamine sarebbero state diverse. Ma nonostante ciò, i ragazzi hanno già assorbito il ko e messo nel mirino il Sansepolcro: abbiamo un gruppo fantastico, uno spogliatoio che sa sempre trovare le forze per ripartire di slancio e cancellare gli stop. Il segreto? Poter contare sulla determinazioni di tutti, a cominciare da elementi tipo Masala, Luciani, Bassini o lo stesso Tiraferri che pur essendo stati impiegati meno degli altri, sono sempre i primi ad incoraggiare il compagno o ad esultare in occasione di un gol. Io li ringrazio uno ad uno perché sono certo che quando tornerà ad essere il loro momento sapranno dimostrare tutto il loro valore”.
All’indomani della sconfitta non sono mancate le critiche, alcune sull’andamento della squadra, altre al suo indirizzo: che idea si è fatto, mister?!
“Le critiche fanno parte del contesto, le opinioni dei tifosi o di semplici osservatori vanno rispettate assolutamente, soprattutto se non scadono nell’insulto o nell’offesa. Le mie scelte possono essere opinabili, condivise o contestate, a volte sono giuste, altre volte meno: la classifica per il momento dice che finora hanno prevalso quelle azzeccate (sorride mentre lo dice, ndr), ma spesso mi capita di riavvolgere il nastro mentalmente e riflettere su ciò che non funziona. Serve per migliorarsi, per crescere, per cercare di ottenere sempre il meglio da un gruppo che, ripeto, ha tutte le credenziali per arrivare fino in fondo”.
Parliamo dei tifosi: anche ad Arzachena erano quasi una ventina, non vi lasciano mai soli, loro ci credono tanto quanto voi a questo campionato. Cosa si sente di dirgli?
“Sono impagabili, ci incitano anche e soprattutto nei momenti di difficoltà. Domenica, per esempio, nonostante la sconfitta, ci hanno accolto con uno striscione che avete letto tutti (“Forza Ragazzi, non Ci Crediamo”). In casa così come in trasferta, il loro sostegno è fondamentale e noi possiamo ripagarli sono in un modo: vincendo la domenica in campo e difendendo questo primato che, nonostante tutto, è ancora nelle nostre mani”.
In conclusione: è stato l’allenatore dell’ultimo successo del Rieti e “rischia” di rinverdire questa tradizione, ma rispetto a quel 6 gennaio del 2012, il prossimo 7 maggio potrebbe coincidere con qualcosa di molto più prestigioso, ci ha mai pensato a questo?
“Impossibile non pensarci, perché quando hai la possibilità di difendere i colori con cui sei nato, la vittoria ha un sapore particolare. Vincere a casa tua non è come vincere altrove, ma prima pensiamo a finire bene questa stagione, poi eventualmente il 7 maggio ti dirò cosa si prova”.
Foto: (arhivio) RietiLife ©