Su RietiLife l’editoriale di Format a firma di Stefania Santoprete.
E arriva così la comunicazione dell’avvenuta riunione della Commissione Grandi Rischi: ciò che dice si abbatte come un’ulteriore valanga su un terreno minato dalle emergenze e dalle scosse, troppe e preoccupanti.
“Ad oggi non ci sono evidenze che sia in esaurimento” questo il messaggio centrale che indica la Commissione Grandi rischi, mettendo in guardia da possibili nuovi eventi ancora più intensi nelle zone vicine (che non è detto avverranno ora, ma che vedono il rischio aumentare a causa dei precedenti, ndr.). Nessuno dimentichi la sentenza esemplare, sei anni di condanna, toccata ai componenti della stessa Commissione a seguito del terremoto del 2009 a L’Aquila. Furono giudicati responsabili di aver fornito ‘informazioni inesatte, incomplete e contraddittorie’ a proposito del terremoto che devastò l’Abruzzo. Di non aver messo al riparo con un allarme la popolazione e quindi di aver colpevolmente permesso la morte di tanti cittadini. La comunità scientifica si ribellò in modo compatto alla sentenza ribadendo come i terremoti non si possano prevedere. Speriamo dunque si tratti di una valutazione solo teorica, capace però di dare vita con scrupolo ad una serie di controlli e di procedure indispensabili in questi momenti. Quel comunicato, speriamo possa servire per prepararsi ad una eventuale emergenza (visto che le attuali ci hanno preso un po’ in ‘contropiede’!) e ad un comportamento più virtuoso rispetto alla prevenzione. Sarà chiaro a tutti che portare a conoscenza dei cittadini il Piano di Protezione Civile Comunale con scadenze dilazionate nel tempo non sarà più possibile, così come non sarà possibile aspettare il mese di maggio (come anticipato) per una mega esercitazione rivolta alla Città. Le scuole, gli ospedali, le dighe debbono essere sistematicamente monitorate. Insomma, avere maggiore consapevolezza potrebbe agire a nostro favore, non è rifugiandosi nell’ineluttabilità del Destino che si affrontano momenti come questi. L’Enel, ad esempio, è intervenuta con una nota per rassicurare come non si rilevi alcun danno alla diga di Campotosto, ma alla luce della difficile situazione idrogeologica di questi giorni è stato comunque deciso, come misura cautelare, estrema, di procedere ad una ulteriore progressiva riduzione del bacino, che ha il 40% del volume invasato. Alcuni Paesi più di altri hanno subito il contraccolpo della comunicazione della Commissione: il sindaco di Leonessa ha deciso di chiudere le scuole a tempo indeterminato mentre a Montereale non hanno mai riaperto come d’altronde tutti i Comuni della Valle dell’Aterno. Il sindaco di Borbona ha dichiarato ‘ I nostri comuni vanno evacuati.’ La tensione, il maltempo, la nevicata da record, l’incertezza non fanno che ritardare in modo significativo e drammatico gli interventi sulle zone terremotate. La lotteria delle venticinque casette di Amatrice (che non saranno abitate fin quando non si completerà l’opera di urbanizzazione) è il solo segnale presente al momento. Pirozzi, dopo aver mantenuto oltremodo la calma annuncia “Siamo in guerra vogliamo procedure di guerra: affidamento diretto supportato dalle massime autorità italiane. Occorre velocizzare le pratiche per le gare per tutto ciò che si dovrà fare da adesso in poi, andando al passo con i tempi dell’emergenza, altrimenti scenderemo in piazza”. Una lettera di una ‘qualsiasi donna sensibile d’Italia’ (Monica Andreani) diretta al Presidente ha fatto il giro del web e ben rappresenta lo stato d’animo di profonda solidarietà con quelle genti “Stamani mi sono svegliata nella mia bella casa al caldo, mi sono guardata intorno ed ho visto le foto dei miei figli, una casa piena di amore e ricordi.
Ho fatto quello che normalmente si fa: colazione e una doccia. Mentre aprivo il rubinetto dell’acqua calda, ho messo la mano per sentire l’acqua, mi sono fermata ed ho riflettuto… mi sono domandata se anche lei lo stesse facendo e se come me badasse al fatto di quanto potesse essere importante un gesto simile, normale, di routine… perché, vede Presidente? In questo momento ci sono tante persone che non si svegliano più nella loro bella casa, persone che non hanno più i loro ricordi, che hanno perduto molte persone care. Persone che NON HANNO PIÙ’ NIENTE e che il gesto di aprire un rubinetto (gesto che facciamo centinaia di volte) non possono più farlo. Allora, signor Presidente, mi sono chiesta se lei e gli altri politici come lei di notte dormono. Perché, vede Presidente, io non lo riesco più a fare…
Io non ho genitori, figli, amici coinvolti in questa triste vicenda, e neppure riesco ad immaginare quello che stanno provando… Sento in questi giorni parlare di emergenza… sa signor Presidente l’emergenza c’è stata ad Agosto. Tutti sanno che in quelle zone d’inverno nevica… Forse non i 3 metri di quest’anno, ma signor Presidente Lei è in grado di spiegarmi quando non hai una casa, quando dormi in una tenda, in una roulotte che differenza c’è tra un metro di neve o tre? Quando l’acqua si gela e devi uscire per fare pipi? Sì, signor Presidente, ha letto bene FARE PIPI’… Qui non c’è più dignità, qui le persone non hanno la possibilità di farsi una doccia, di lavare i propri indumenti… eppure lo sapevate che lì nevica in inverno, lì ha sempre nevicato in inverno ed ora siamo a gennaio, siamo in inverno. Signor Presidente io sono una volontaria mi occupo di animali, sono vegana, non ho un buon rapporto con gli allevatori, ma come potete pensare che uomini che hanno 20/30 vacche, asini, pecore si possano trasferire negli alberghi della costa? Signor Presidente lei non lo sa che gli animali mangiano tutti i giorni, che vanno tenuti nelle stalle in inverno, ed ora siamo in inverno? Ho letto di un anziano allevatore morto perché ieri la sua stalla già in precedenza lesionata è crollata del tutto seppellendo lui ed i suoi animali in un abbraccio mortale. Ed ho pure sentito dire che lì lui non ci doveva essere: ma signor Presidente mi dice dove questo anziano uomo avrebbe dovuto essere secondo lei? Quello che sta accadendo in questi giorni è una tragedia annunciata: contro il terremoto siamo impotenti, contro la neve siamo impotenti, ma i politici nei mesi scorsi hanno fatto promesse che sono rimaste inattese. Ecco, mi domando come vi sentite nelle vostra calde case, con i vostri ricordi, con i vostri rubinetti che erogano acqua ogni volta che li aprite. Sa Signor Presidente io sono una piccola donna, ma sono tanto arrabbiata. La mia rabbia si mescola alle lacrime, perché so ancora commuovermi ed immedesimarmi nel dolore altrui. Lei ha detto ‘lasciate lavorare chi sta portando aiuti’, ma certo mi inchino davanti ai volontari, mi inchino davanti ai Pompieri, mi inchino davanti ai Carabinieri, mi inchino davanti ai Poliziotti, ma non mi inchino davanti ad una classe politica che nulla ha fatto. Signor Presidente sa che cosa le scrivo? Avete una grande fortuna: gli Italiani, brava gente, non hanno le palle per scendere in piazza e gridarvi tutti insieme il proprio disgusto!”
Stefania Santoprete
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