L’allarme dopo la nota della commissione grandi rischi, lo sforzo eccezionale della macchina della protezione civile, le stime dei danni del terremoto del 24 agosto e dei successivi eventi. Il capo dell’ufficio emergenze, Titti Postiglione, ha fatto il punto sulla difficile situazione del Centro Italia.
La nota della Grandi Rischi “La diga di Campotosto, già dopo l’evento de l’Aquila del 2009, è stata oggetto di valutazioni specifiche. Nel nostro Paese esiste una procedura per la quale, ogni volta che si registra un evento sismico superiore al 4° grado, le grandi dighe vengono verificate”. Così Postiglione ha commentato l’allarme Vajont lanciato dal presidente della commissione, Bertolucci, poi parzialmente modificato, specificando comunque che infrastrutture come le dighe sono costantemente monitorate. Sulla decisione del sindaco di Leonessa, Paolo Trancassini, di chiudere le scuole, Postiglione ha spiegato che “queste scelte sono state adottate anche dopo le precedenti scosse. La maggior parte dei sindaci ha voluto avere contezza che non ci fossero danni nelle strutture. Nel Reatino abbiamo avuto molte scuole chiuse. E’ giusto che ciascun sindaco faccia la valutazioni più opportune e assuma le misure che ritiene giuste”.
La stima dei danni Il capo dell’ufficio emergenze ha anche confermato che, in riferimento al solo terremoto del 24 agosto, la stima del danno elaborato dall’Italia per la richiesta di attivazione del Fondo europeo come contributo al nostro Paese è di 7 miliardi di euro. Una cifra che comprende i danni agli edifici, alle infrastrutture e ai beni culturali ma anche le spese vive dell’emergenza. “Stavamo lavorando a una integrazione in relazione agli eventi del 26 e del 30 ottobre, ma adesso c’è quest’altro evento (quelli del 18 gennaio, ndr) e al momento non siamo in grado di fare una quantificazione diversa perché è un lavoro in itinere”.
I dati dell’agibilità Le verifiche di agibilità condotte finora sono state oltre 92mila nelle quattro regioni coinvolte. Dai dati delle schede Aedes emerge che il 41% delle case è inagibile, dai dati delle schede Fast il 43%. “Dire che circa il 40% degli edifici è risultato inagibile è corretto” ha confermato Postiglione. Percentuale che scende leggermente parlando di scuole, risultate inagibili al 33%. La nuova fase di verifica in seguito alle scosse del 18 gennaio, invece, non è ancora iniziata perché al momento tutti gli organi di protezione civile sono impegnati nella priorità di ripristino della viabilità e soccorso alle popolazioni, con oltre 8.000 persone sul campo. (dal Corriere di Rieti – Marco Fuggetta) Foto (archivio) RietiLife ©