(r. l.) Il freddo accentua i problemi nell’amatriciano flagellato dal sisma. C’è una famiglia di una frazione di Amatrice che vive giorni di grande difficoltà a causa delle temperature sempre più rigide che l’inverno sta riservando alle zone colpite dal sisma. LEGGI ANCHE IL REPORTAGE SUGLI ALLEVATORI
La famiglia – che preferisce rimanere anonima – è titolare di un attività resa inagibile dal terremoto, così come la casa e le stalle. “Demoliranno l’attività e la casa: sono una sopra all’altra – spiegano – siamo senza abitazione e senza lavoro. Non abbiamo neanche più i soldi: quello era stato messo da parte, avendo un’azienda in espansione, lo abbiamo investito. Abbiamo comprato cantine, un trattore. Appena due giorni prima del sisma del 24 agosto avevamo pagato una maxi-rata sul trattore”.
La famiglia – una coppia over 40 con un bimbo di 3 anni – ora vive in una casetta prefabbricata di lamiera coibentata, acquistata di tasca propria, dopo aver vissuto in tenda e in un’altra struttura provvisoria, inadeguata. Il problema è che in questa casetta la situazione è diventata insostenibile a causa del freddo. La famiglia è costretta a tenere la stufa a pellet accesa tutto il giorno e tutta la notte per evitare che il piccolo si ammali. (l’articolo continua sotto)
“Per ora stiamo qua, aspettiamo. Abbiamo presentato anche la domanda riservata agli agricoltori per la casina, ma l’abbiamo redatta tardi perché non sapevamo cosa fare. Vorremmo una sistemazione sicura per nostro figlio, il nostro pensiero è lui. Vorremmo una soluzione che ci permetta di rimanere qui (nella frazione dove vivono, ndr) e se possibile avere una stalla: per ora gli animali si trovano nella stalla di mio cognato, parzialmente inagibile” aggiungono.
Una situazione complicata: “Ci avevano promesso – spiegano ancora – il cas (contributo autonoma sistemazione, ndr), ma ci hanno pagato un mese solo. Non ci pagheranno i due mesi trascorsi in tenda”, aggiunge la famiglia amatriciana, che nel frattempo deve anche occuparsi del bambino. “Non va più all’asilo – spiegano – abbiamo chiesto l’aiuto a uno psicologo infantile, non vogliamo abbia qualche problema in seguito. Oggi viviamo alla giornata – concludono – prima andavamo al campo mensa per mangiare e per far stare il bambino con gli altri, ma con queste temperature non abbiamo più fantasia ad uscire”.
Foto e video: Francesco PATACCHIOLA ©
Fateci sapere cosa si può fare in concreto! Va bene la riservatezza ma se c’è bisogno di sostentamento fateci sapere come intervenire
Come si fa ad aiutare questa famiglia se rimane anonima? Fateci sapere chi sono anche in privato. Grazie