Evitare infiltrazioni negli appalti per la ricostruzione delle opere pubbliche e dei beni culturali danneggiati o distrutti dal terremoto che ha colpito l’Italia centrale, garantendo correttezza e trasparenza delle relative procedure. È l’obiettivo del protocollo di Intesa siglato al Viminale, alla presenza del ministro Marco Minniti, tra il Commissario per la Ricostruzione Vasco Errani, il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone e da Invitalia, l’Agenzia per l’attuazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa.
Il protocollo dà attuazione al decreto sul terremoto, consentendo all’Anac di «avviare da subito – come ha spiegato lo stesso Cantone – i controlli sugli appalti di ricostruzione pubblica, che ci auguriamo possa partire da qui a qualche mese». Si tratta dello stesso modello già utilizzato per Expo: avvalendosi del personale della Guardia di finanza, l’Anac verificherà preventivamente la legittimità degli atti adottati.
Altra novità è che nessuna ditta potrà lavorare se non iscritta all’anagrafe antimafia, se non inserita cioè in una sorta di «white list» nazionale, ottenuta dall’incrocio di più banche dati e gestita dal prefetto Francesco Paolo Tronca, direttore della struttura di missione del Viminale introdotta con il decreto sul terremoto.
Si partirà a gennaio dagli appalti per le scuole. E se è impossibile «assicurare a monte che non ci saranno infiltrazioni», gli strumenti messi in campo consentono di «dare un messaggio chiaro», ha detto Errani: contro questo fenomeno «saremo fermissimi» e lo perseguiremo «in modo esemplare».
Foto: RietiLife ©