Pubblichiamo la storia di una famiglia reatina che ha un bambino autistico di sei anni ma che verrà sfrattata a Montopoli in Sabina.
(da pernoiautistici) Pare concludersi nel peggiore dei modi la storia di Alessandra Nicolosi, la mamma di Lorenzo, autistico di 6 anni: sfrattata 5 anni fa, fuori senza motivi reali dalla graduatoria per un alloggio popolare nel comune di Montopoli Sabina, aveva deciso di occupare un’abitazione sfitta dell’Ater. Il 30 novembre, nell’ultima udienza della causa che le ha mosso contro l’Ater di Rieti, presenti rappresentanti del comune, il giudice le ha fatto capire che verrà deliberato lo sfratto. Disperata, ci ha scritto di nuovo per sfogare la sua amarezza e paura.
“Non può restare qui!”, il giudice che sta seguendo la causa tra l’ATER di Rieti e Alessandra Nicolosi, mamma di Lorenzo, autistico di 6 anni, è stato diretto nell’ultima udienza che si è tenuta, ieri, 30 novembre, prima del pronunciamento finale. Tra un mese la sentenza, ma la mamma reatina ha capito che verrà confermato lo sfratto.
“Il giudice lo ha detto davanti a tutti: vicesindaco, assessore dei servizi sociali, avvocato dell’Ater. E’ chiara la sua decisione, nella sentenza metterà le motivazioni che riterrà opportune. Per legge non posso stare nella mia casa, rivogliono l’alloggio. Speravo in un gesto di pietà, ma non c’è stato.”
Ci ha scritto subito Alessandra, ringraziandoci per la visibilità che avevamo dato alla sua storia e confessandoci che a questo punto crede di non avere più le forze per andare avanti.
3 figli, separata, disoccupata, senza più casa, da tre anni aveva ricostruito lentamente un equilibrio soprattutto per Lorenzo che nel settembre prossimo dovrebbe cominciare le elementari, ma a questo punto non si sa in quale scuola e in quale comune.
“L’amministrazione comunale continua ad offrirmi, come unica alternativa, il rimborso di 6 mesi di affitto se trovo una casa, ma chi me la dà! Tutti conoscono in paese le mie condizioni, chi mi darebbe un tetto, sapendo che non me lo posso permettere e sapendo anche i nostri problemi. E poi per Lorenzo il cambio di casa sarà devastante.”
Oltre alla paura di non riuscire a superare l’ostacolo pratico, sale in Alessandra un senso di frustrazione.
“Ho fallito, non ho più le forze, volevo solo garantire un tetto sicuro ai miei tre figli. Non so se supererò tutto questo, ho lottato fino ad oggi contro la cattiveria delle istituzioni, non importa a nessuno di Lorenzo. Ho perso, la loro cattiveria è menefreghismo, ed è davvero la fine.”
Nell’attesa della sentenza che si teme possa confermare i dubbi di questa madre angosciata, la neuropsichiatra che segue il figlio ha consegnato una relazione al giudice nella quale conferma che il trasloco per Lorenzo causerebbe una regressione nel suo percorso terapeutico.
Per la fine dell’anno una famiglia con tre donne e un bambino autistico potrebbe rimanere senza casa, almeno che non si rimanga indifferenti e chi può, faccia il possibile per impedirlo.
Foto: dal web ©
Al cospetto di certe notizie c’è da rimanere sbigottiti. La domanda è semplice: I responsabili delle Istituzioni non hanno il compito primario di garantire la dignità e la sicurezza delle persone amministrate? Allora non rendetevi ridicoli e aiutate veramente chi ne ha bisogno.
Ormai il diritto di un tetto e con tutti i viveri pagati qui in Italia sono gli immigranti. L’italiano ha solo doveri da rispettare, ma niente più diritti. Mi chiedo per quanto tempo il paese vuole ancora andare avanti così.
e questo non è niente ancora!!! il bello deve venire.