Carlo Verdone dedica un messaggio d’amore a Cantalupo, la località della Sabina nella quale ama rilassarsi. La considera una seconda casa e sul suo profilo Facebook spende parole bellissime per il nostro territorio, ricordando le immagini della sua infanzia spensierata.
“Erano anni che non attraversavo le stradine strette del luogo sabino dove mi piace ritirarmi. Rieti è vicina quanto lo è Terni. Parlare con i miei coetanei del posto è tutto un bel ricordo: la corsa dei cavalli lungo una strada dritta sterrata in agosto, le partite di calcio scapoli contro ammogliati, la processione dell’Assunta, il cinema parrocchiale solo il sabato e la domenica dove davano sempre film western in bianco e nero.
Il sonoro era un disastro, era tutto fuori sincronizzazione. Parlava il cowboy e si sentiva una sparatoria di tre scene prima. I protagonisti si baciavano e sotto si ascoltavano cavalli al galoppo con gli indiani che urlavano. Parlava una donna e sotto c’era la voce dello sceriffo. Spesso un botto…
Una sedia di legno si spaccava sotto il sedere del ciccione di turno. Volevi corteggiare una ragazza e lei le prime volte si faceva sempre accompagnare da un’amica. Altrimenti sarebbe stata di facili costumi…
Andavamo a rubare qualche grappolo d’uva, ci compravamo 5 super filtro … e fumavamo di nascosto da Vincenzino, il biciclettaio del paese.
Qualche amico non c’è più. Ma la maggior parte sono ancora qui.
E in un grosso scantinato sotto un vecchio palazzo abbiamo ancora la forza nostalgica di rifare Purple Haze di Jimi Hendrix. Fino a quando al cantante di turno non gli parte regolarmente la tosse e finisce tutto.Per me ricordare è importante. È serenità.
Qui le immagini di quegli anni sono impresse su queste vecchie mura, e su queste stradine scorrono indelebili.
Quanti anni sono passati … tanti. Ma va bene così.
E con questo pensiero serale, scritto di getto dopo aver visto la foto, vi abbraccio e vi auguro un buon week end.
Carlo Verdone
Foto: Carlo VerdoneFacebook ©