Nella suggestiva cornice dell’Auditorium Varrone, davanti ad una numerosa ed attenta platea, il Presidente della Fondazione Antonio Valentini nel salutare i presenti al convegno di studi, ha ringraziato gli illustri relatori dell’INGV nonché della Sapienza Università di Roma per la disponibilità all’incontro finalizzato ad informare i cittadini sulla questione delicata del terremoto e ha chiuso i suoi saluti dicendo “auspico che l’attenzione alle problematiche evidenziate dal terremoto non si esaurisca con l’esaurirsi del sisma”.
Dopo i saluti del sindaco di Rieti, Simone Petrangeli ha aperto i lavori l’Ingegner Pierluigi Persio consigliere d’Amministrazione della Fondazione Varrone che dopo aver evidenziato l’importanza che avrebbe avuto oggi l’obbligatorietà (attualmente abolita) del fascicolo del fabbricato, la documentazione propedeutica alla certificazione sismica obbligatoria e strumento necessario per la messa in sicurezza degli edifici, ha concluso evidenziando l’utilità di trasformare la paura del rischio sismico in consapevolezza.
E’ seguito l’intervento del direttore dell’Archivio di Stato, Roberto Lorenzetti che con suggestive immagini ha raccontato la storia dei terremoti nella città di Rieti partendo da quello del 1298 in cui, famosa fu la fuga di Papa Bonifacio VIII dalla Cattedrale durante l’omelia. Il Papa fece poi costruire un imponente arco per rinforzare la struttura della sede papale oggi restaurato dalla stessa Fondazione Varrone.
“I terremoti ci sono sempre stati, 1400 centri abitati in Italia hanno cambiato volto. Negli ultimi 30 anni i terremoti hanno avuto un costo di circa 300 miliardi. Il terremoto è una lacerazione enorme non è un episodio ma riscrive la storia dei luoghi. Anche per Amatrice o Norcia, è iniziata un altro percorso storico. Nulla sarà più come prima” sottolinea Lorenzetti che insieme al personale dell’Archivio ha sistemato gli archivi di Amatrice e Accumoli, mettendo in sicurezza il patrimonio storico ed artistico di cui i piccoli comuni italiani sono depositari. L’Archivio oggi ha un ruolo attivo all’interno della DICOMC ed è un riferimento per i dirigenti del Mibact.
Dopo una prima parte introduttiva ha relazionato il ricercatore dell’INGV, il geologo Pierfrancesco Burrato studioso delle Faglie.
Il geologo ha illustrato molto chiaramente le cause dei terremoti, la formazione delle faglie, gli strumenti di misurazione, mostrando ai presenti la carta di pericolosità sismica che riporta la probabilità di un terremoto nell’intervallo di 50 anni e relativo piano di zonizzazione sismica con regole per ogni fascia. “ I terremoti non li possiamo bloccare ma sulla vulnerabilità degli edifici possiamo intervenire – spiega Burrato – tutti auspicano la previsione di un terremoto, ma una buona prevenzione potrebbe risultare anche più efficace.” Incalzato poi a fine convegno sulle faglie reatine, il geologo ha sottolineato che sulla città di Rieti si è aperto un dibattito tra esperti. La città non è attraversata da faglie sismogenetiche (generatrici di terremoto), ma è circondata da faglie attive tra cui quelle di Amatrice-Accumoli, che sono molto vicine per cui la prevenzione è assolutamente necessaria.
Presenti per l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, che si conferma la più grande istituzione europea in materia, la sismologa Concetta Nostro responsabile della comunicazione per il terremoto e la psicologa Federica La Longa.
Ad arricchire il dibattito è intervenuto il Prof. Maurizio de Angelis della Facoltà di Ingegneria della Sapienza Università di Roma, esperto in Dinamica delle costruzioni.
Con un’affascinante introduzione sui principi della fisica e della dinamica intuiti prima da Galilei poi da Newton già tre secoli fa, il professore ha evidenziato che tutto ciò che accade, anche i terremoti sono spiegabili attraverso una teoria scientifica. “Ogni terremoto ha le sue caratteristiche, ma è sempre riconducibile alle leggi della Fisica che ci danno l’esatta motivazione – afferma l’ing. de Angelis – del perché alcuni edifici crollano e altri rimangono in piedi, del perché il Campanile sia l’unica struttura rimasta in piedi ad Amatrice dopo il 24 agosto. Tutto ha una risposta all’interno della teoria, ricordando che il terremoto non agisce direttamente sull’edificio ma l’azione sismica provoca uno spostamento delle fondamenta che a sua volta provoca un’oscillazione dell’edificio. Pertanto – rileva il Professore – una struttura isolata dal suolo è assolutamente antisismica. Inoltre è fondamentale fare un’ accurata“diagnostica”degli edifici, che è l’unica strategia che ci consente poi di fare il giusto adeguamento sismico e conseguentemente di mitigare il rischio sismico. Ogni struttura può avere la ricetta per migliorare. Per gli edifici di nuova costruzione, la norma antisismica non serve ad evitare danni o lesioni all’abitazione, ma garantisce di salvare le vite all’interno. A volte in un edificio antisismico sono previsti anche danni che però poi sono utili a proteggere le persone”. Il docente della Sapienza ha chiuso ricordando che la vera prevenzione deve partire dal basso ed ognuno deve migliorare la propria abitazione.
A chiudere i lavori il vice Presidente della Fondazione Varrone, l’avvocato Mariella Cari che ha esordito dicendo – Con questo convegno di studi volevamo informare e non formare. Riteniamo che in questo momento i cittadini debbano avere la massima informazione per acquisire la giusta consapevolezza sul vivere in una zona sismica. Dobbiamo introitare la cultura del terremoto che ha ispirato poeti, cantori, letterati, altrimenti non cambiamo nulla. La Fondazione per statuto – prosegue l’avvocato – non può sostituirsi alle istituzioni, per cui noi abbiamo iniziato questo progetto di divulgazione e siamo disposti a collaborare con le istituzioni da cui attendiamo ulteriori iniziative, quali i piani di emergenza, eventuali piani della protezione civile, tutto ciò che ci consente di essere preparati e consapevoli.
Per gestire ed affrontare il terremoto che gli esperti ci hanno ricordato essere un evento ciclico, non prevedibile né arrestabile, il “sentire” istituzionale deve diffondersi insieme al “sentire” personale. Ogni cittadino deve metterci del suo, deve dimostrare impegno diretto anche economico. Il cambiamento deve partire anche dai cittadini. Usciamo da questo convegno senza rassicurazioni ma con la convenzione che la consapevolezza e la necessità di convivere con il terremoto possa generare una vera cultura della prevenzione del rischio sismico – conclude la vice Presidente Cari.
Al termine del convegno, i relatori si sono messi a disposizione delle numerose ed articolate domande espresse da tecnici, insegnanti e privati cittadini.
Gli atti del convegno saranno presto disponibili sul sito della Fondazione Varrone – www.fondazionevarrone.it
Foto: Gianluca VANNICELLI / Agenzia PRIMO PIANO ©