(r.l.) Fratelli d’Italia incontra i cittadini sul tema terremoto e referendum. Intervenuti il segretario cittadino Daniele Sinibaldi, il portavoce provinciale e sindaco di Leonessa Paolo Trancassini ed il deputato, capogruppo alla Camera di FdI, Fabio Rampelli.
Daniele Sinibaldi: “Giusto far ripartire progettualità e proposte per il nostro territorio, dopo i tragici eventi del sisma. Ci proviamo partendo dalle nostre proposte in parlamento sul terremoto e sullo sviluppo delle aree che lo hanno subito”.
Paolo Trancassini: “La situazione è complicata e nessuno pretende miracoli. A Leonessa stiamo normalizzando l’emergenza ma combattiamo su tre fronti, i danni del terremoto, l’allarmismo sui social che produce prostrazione nelle popolazioni colpite e la sensazione che il dramma debba ancora arrivare. Ma ci sono ancora altri gravi problemi. Non c’è chiarezza e non sono state attivate procedure di supporto alle aziende colpite dal sisma, la cui chiusura mette in ginocchio intere famiglie e distrugge l’economia del territorio. Leonessa è in piedi ma il paese è vuoto, il centro storico evacuato e le aziende chiuse. C’è bisogno di una linea precisa. L’obiettivo di Fratelli d’Italia su Rieti, per le prossime amministrative è di mandare a casa Simone Petrangeli, che ha dimostrato incapacità su tutti i fronti, dal Terminillo alla scuola e allo sviluppo della città. Vogliamo ridare credibilità alla politica e riportare la gente a votare, non attraverso la scelta di nomi ma con i programmi e nella discontinuità con il vecchio centro destra.
Fabio Rampelli: “Stiamo chiedendo al Ministero dell’Interno di mettere i territori colpiti dal sisma nelle condizioni di poter espletare il proprio diritto al voto. Abbiamo creato la prima mozione in parlamento e chiesti interventi per la viabilità primaria, per le strutture ospedaliere e per il potenziamento della rete telefonica nelle zone del terremoto. Chiediamo che venga ospitato il G7 in questi territori e che vengano dati pieni poteri ai sindaci, bloccati nelle proprie azioni del post sisma per troppa burocrazia. Per quanto riguarda il Referendum, vogliamo ricordare che la costituzione non è una legge qualsiasi ma è la carta dei valori di un popolo. La conseguenza del Sì produrrà un Senato formato da presidenti di Regione e sindaci che, secondo studi effettuati in questi giorni su come è strutturata amministrativamente l’Italia, darebbe sempre una maggioranza del 75% alla sinistra, anche in caso di vittoria del centro destra, che si troverebbe nella condizione, ad esempio, di non poter più impugnare leggi europee contrarie agli interessi nazionali, avendo il Senato contro. Quando si modifica la Costituzione ci deve essere un motivo che interessi il popolo, per grandi cambiamenti sociali non per favorire una parte politica. Noi – aggiunge Rampelli – vorremmo l’elezione diretta del capo dello Stato e del presidente del Consiglio e la difesa della sovranità nazionale, come altre nazioni che possono indire referendum sulle decisioni europee, cosa impossibile in Italia. Ultimo punto, avremmo voluto che nel referendum fosse stato previsto l’inserimento di una norma anti ribaltone, con vincolo di mandato per i parlamentari, che in caso di cambio di partito dovrebbero dimettersi e ricandidarsi. Non è vero che con il Si sarà annullato il bicameralismo. Tutte le leggi dalla Camera vanno al Senato. Se il 30% del Senato decide di discutere tali legge può farlo, quindi non cambierà nulla. Un vero imbroglio formale. Per quanto riguarda le amministrative, la nostra linea, è unica e non vale soltanto per Rieti. Vogliamo rappresentare una discontinuità con il passato in sintonia con la gente, affrontando i problemi reali e allontanandoci dalle logiche di partito. I cittadini vogliono conoscere le soluzioni che si vogliono adottare”.
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