EVVIVA LE PRIMARIE –
Il 22 gennaio si avvicina, quasi un giorno del giudizio per il centro sinistra reatino. Sulle primarie si è detto e si è scritto molto in questi mesi, accompagnate come sono state da retro pensieri e mal di pancia in verità più degli addetti ai lavori che del grande pubblico. Il giudizio della gente infatti si conoscerà solo domenica notte, prima ancora che sui candidati sullo strumento in sé: si vedrà infatti se sarà bissato o meno il successo del 25 marzo del 2007, quando a scegliere tra Gaetano Papalia e Giosué Calabrese andarono quasi cinquemila persone. Poi, certo, studiando i “flussi” si potrà discutere su infiltrati e truppe cammellate, ma fatta pure la debita tara resterà sul piatto la gente che spontaneamente e liberamente è andata a scegliere quello che reputa il candidato migliore per il posto di sindaco. Un lusso non da poco, in tempi di rappresentanza così magri. Aspettando dunque il 22 gennaio quello che si può dire sono due cose semplici semplici. La prima è che le primarie è molto meglio farle che non farle, perché al di là delle alchimie politiche e personali che hanno portato alla scelta dei 4 candidati (Gabriele Bizzoca, Anna Maria Massimi, Franco Simeoni, Simone Petrangeli) è un fatto che a scegliere tra loro il candidato sindaco saranno i cittadini votando. L’alternativa era il solito conciliabolo tra pochi eletti che nel centro sinistra si identifica con il caminetto e nel centro destra con un tavolo riservato al ristorante. La seconda cosa da dire è che fare le primarie non è roba da tutti perché esige una “disciplina” di coalizione e una capacità organizzativa che il centro sinistra (pur tra mille difficoltà e molteplici limiti) ha dimostrato di avere, gli altri un po’ meno. Nel centro destra a Chicco Costini che, unico, ha chiesto con forza di poter svolgere le primarie in tempo utile, è stato opposto un disarmante silenzio. E appare più un tatticismo che altro l’analoga richiesta fatta filtrare ora da Guglielmo Rositani a tempo quasi scaduto. Per fare le primarie ci vogliono volontà, tempo e una organizzazione che in città il centro destra non ha, nonostante un quasi ventennio di dominio incontrastato (o forse proprio per quello?). Ed è un peccato. Perché a scegliere il successore di Emili potevano misurarsi anche i semplici elettori e non solo i ras della domenica in piazza. Foto: Emiliano GRILLOTTI © 9 Gennaio 2011