(di Chiara Pallocci) 550 mila tweet con l’hashtag #terremoto e migliaia di post su Facebook hanno tristemente raccontato e documentato la tragedia del sisma che ha squarciato il cuore dell’Italia, radendo al suolo in 142 interminabili secondi i comuni di Accumoli, Amatrice, Arquata e Pescara del Tronto.
C’è una pagina su Facebook – una tra migliaia di pagine – che colpisce al cuore chiunque vi si imbatta più o meno volontariamente: “
Sei di Amatrice se…“. Una pagina nata senz’altro con l’intento di tramandare tradizioni, detti popolari, abitudini, quotidianità. Un posto dove ridere dei propri difetti e emozionarsi per le proprie eccellenze. Un collante sociale, un nuovo modo di essere comunità.
Il destino ha voluto che questa pagina mutasse velocemente e prepotentemente il proprio bel volto. Già dalle prime ore del 24 agosto si sono susseguiti gli appelli accorati dei parenti alla ricerca dei propri cari, le richieste di aiuto, persone lontane dal borgo che disperatamente hanno chiesto notizie e informazioni sperando in una risposta che magari non è mai nemmeno arrivata.
Succede però, anche, che da una pagina su un social network che conta poche migliaia di like parta il tam tam della solidarietà: alloggi messi a disposizione da e in tutta Italia, aiuti, cibo, giocattoli o anche semplicemente una parola di conforto, affetto e incoraggiamento.
Su questa pagina si incontrano storie splendide, come quella della signora Elisa che ha 70 anni e in questa tragedia si ritrova sola. La signora Elisa non riesce a dormire e trova conforto nella presenza amica di una giornalista giunta lì per raccontare quella che è anche la sua storia. Le chiede di starle accanto e: “1,2,3, chiudiamo gli occhi insieme. Solo se dormo smetto di piangere. “
C’è anche la storia di Giorgio, casertano, che in un batter di ciglio è partito verso Amatrice per offrire il suo aiuto: ” Volevo andare lì a scavare con le mie mani, aiutare quanta più gente possibile. Ho seguito il cuore. ” Una signora ferita al volto lo accarezza, il senso del suo viaggio in quel gesto.
In mezzo a tante storie di speranza purtroppo si confondono quelle che non conosceranno mai la gioia del lieto fine; da quella del piccolo di 11 anni, Emanuel, cercato strenuamente ed estratto dalle macerie purtroppo esanime, a Fabiana, 13 anni che con lui condivide questa stessa inaccettabile sorte; ai coniugi Nobile, Gabriele e Loretta, ritrovati abbracciati nel letto dentro la loro casa della piccola frazione amatriciana di Saletta. Loretta era stata colpita in passato da ictus e Gabriele non ha mai smesso di vegliare su di lei, fino all’ultimo istante.
Moltissime sono anche le richieste di aiuto per ritrovare i propri animali domestici: cani, gatti, amici smarriti nel tumultuo della tragedia e a chi domanda “Cosa possiamo fare per voi?” la risposta è unanime:
“Parlare anche delle tantissime frazioni del comune dimenticate, parlatene, fate sapere che esistono”.
Foto: Gianluca VANNICELLI/Agenzia PRIMO PIANO ©