“Mio nonno paterno Enrico era di Amatrice, la sua casa è quella al fianco della chiesa di Sant’Agostino, ammirata in tante immagini televisive, che è rimasta miracolosamente in piedi. Vi ho trascorso infanzia, adolescenza e gioventù, ogni estate, da metà luglio a fine agosto, le mie vacanze erano vissute ad Amatrice. Giorni tra i più belli della mia vita”. Lo racconta il presidente della Lazio Claudio Lotito in un’intervista al Messaggero, confermando quanto riportato tempo fa anche da RietiLife LEGGI. “Oltre al centro la cittadina si compone di sessantanove frazioni e, da ragazzo, partecipavo al sentito Torneo delle Frazioni, giocavo in porta. Per noi era un appuntamento importante del quale parlavano per tutto l’anno”, ricorda Lotito. “Quelli che sono morti li conoscevo tutti, è successa una catastrofe spaventosa”, dice Lotito. “Siamo diventati grandi insieme, anche se le strade si sono poi divise. Ogni volta che tornavo era una rimpatriata, ci ritrovavamo per un bagno d’affetto. Vedere una simile distruzione e la scomparsa di persone care mi ha spezzato il cuore”. Tuttavia “la gente di Amatrice è laboriosa, tenace, ricca di forza interiore – prosegue Lotito – e sono certo che, nonostante la tremenda mazzata subita, saprà reagire e ricostruire, magari con l’aiuto delle istituzioni e di tante altre persone. Serve l’aiuto di tutti per fronteggiare l’emergenza e guardare al futuro con la voglia di rinascere dalle macerie”. La Lazio si è mobilitata per aiutare i terremotati LEGGI
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