“La delibera 263/2016 della Regione Lazio sul ristoro delle sorgenti del Peschiera-Le Capore è un atto dal mero valore politico e non risolve una questione che merita ben altra attenzione”: lo dichiara Silvia Blasi, consigliere regionale del M5S. “Si fa presto a dire che la Regione provvede ad un ristoro per Rieti, per poi imporre l’attuazione di una soluzione con diversi dubbi di illegittimità come, per esempio, l’applicazione retroattiva del nuovo metodo tariffario elaborato dall’ A.E.E.G.S.I. in forza di varie delibere del 2013, del 2014 e del 2015”.
“E’ in ragione di tali vizi sopra accennati che la stessa delibera è stata impugnata dalla Raggi, quale legale rappresentante della Città Metropolitana di Roma Capitale – ente di coordinamento dell’A.T.O.2, nell’interesse (come è giusto che sia) dei cittadini della Provincia di Roma/utenti del s.i.i. dell’A.T.O. 2, sui quali, in ultima istanza, verrebbero addossati i costi della gestione dell’interferenza idrica, nei termini di un aumento delle tariffe, stimato all’incirca per il 2% – dichiara il consigliere regionale Devid Porrello – È importante sottolineare che il ricorso della Raggi non è l’unico: la delibera è stata, infatti, impugnata anche dai Comuni di Cittaducale e di Casaprota, illegittimamente esclusi dal campo di applicazione della delibera medesima. Va inoltre ricordato come il Sindaco del Comune di Castel Sant’Angelo, che da anni si sta opponendo ad Acea S.p.A. per ottenere, in vece di quest’ultima, la concessione di derivazione avente ad oggetto lo sfruttamento delle sorgenti, scaduta nel lontano 26/10/1996 e, a tutt’oggi, non rinnovata, a gara, nelle forme procedimentali di legge, mentre la Regione ha optato per la soluzione di ‘comodo’ della proroga della ‘vecchia’ concessione sino al 31/12/2016”.
“Nessuno – continua la nota del M5S alla Regione – si è mosso perché fosse praticata la soluzione contemplata dalla precedente delibera (vertente su indennizzi da corrispondersi all’A.T.O. 3, dal 2006, per un totale di 105 milioni), mentre oggi viene imposta una (illegittima) soluzione alternativa, nonostante risulti pendente un procedimento presso la Corte dei Conti per possibili danni erariali in relazione alla mancata attuazione/esecuzione della vecchia delibera. La Regione Lazio ha gravi responsabilità nell’attuazione della legge regionale 5/2014, con particolare riferimento alla istituzione dei nuovi ambiti di bacino idrografico la cui mancata determinazione lascia aperta la strada dell’ambito unico costituito il quale la regolamentazione dell’interferenza idrica di cui alla d.g.r. n. 263/2016 perderebbe, addirittura, ogni senso. Per concludere, la regolamentazione dell’interferenza idrica del Peschiera – Le Capore va sicuramente effettuata, ma nel pieno rispetto delle leggi vigenti e con senso di responsabilità, rispettando, al contempo, ciò che è stato espresso attraverso una legge di iniziativa popolare”.
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