Il personale della Squadra Mobile della Questura di Rieti, ha arrestato due spacciatori reatini: S.P., del 1972 e M.G., del 1968, in esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. del Tribunale di Rieti, Andrea Fanelli, perchè responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti.
Le indagini condotte dagli investigatori della Squadra Mobile, infatti, partite a seguito del decesso di un giovane nel 2014, si sono concluse con la denuncia di sei persone (avvenuta lo scorso anno) responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti e con l’individuazione dei due spacciatori che avevano fornito le dosi di eroina al giovane. I due sono stati tratti in arresto nella giornata di ieri, martedì 5 luglio.
Particolarmente complicata è stata l’attività investigativa condotta dagli Agenti della Squadra Mobile che si sono trovati a combattere contro un muro di omertà eretto sia dai congiunti della vittima, sia dai consumatori che non hanno mai fornito spunti di indagine, per paura di ripercussioni. Inoltre l’assenza di testimoni presenti al decesso ha reso ancor più complicata la possibilità di individuare i responsabili.
Gli investigatori si sono catapultati in mesi di intercettazioni ed esami di tabulati telefonici di possibili spacciatori, ascolto dei “confidenti” ed interrogatori: un lavoro che ha prodotto i risultati sperati, indirizzando le indagini verso un giovane incensurato, S.P., del 1972 ed un noto tossicodipendente, M.G., del 1968, entrambi reatini, i quali, quasi giornalmente, si recavano a Roma per rifornirsi di eroina e metadone cloridrato da spacciare nel territorio reatino, creando un vero e proprio monopolio di spaccio in questo capoluogo.
I due spacciatori, fiutando una possibile incriminazione, hanno così concordato una versione dei fatti da fornire agli agenti, in modo da sviare le indagini, ma la caparbietà degli investigatori, che hanno già raccolto numerosi indizi di responsabilità nei loro confronti, ha indotto i due responsabili a contraddirsi durante gli interrogatori facendo cadere il castello di bugie che costituiva il loro alibi.
Gli elementi raccolti dagli investigatori della Squadra Mobile hanno così consentito al gip del Tribunale di Rieti di emettere le relative ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti dei due indagati, che sono stati condotti, nel pomeriggio di ieri 5 luglio, con l’applicazione del braccialetto elettronico, presso i rispettivi domicili, restando così a disposizione della locale autorità giudiziaria davanti alla quale dovranno rispondere dello spaccio di sostanze stupefacenti e delle loro responsabilità nel decesso del giovane nel 2014. (da comunicato della Polizia)
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